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MACIEJ MELLER Hidden river - Noise tracks vol. 1 Farna Records 2024 POL

Con “Hidden river” Maciej Meller inizia una nuova avventura. Il chitarrista polacco noto per la militanza nei Quidam e nei Riverside con quest’album va ad esplorare le potenzialità della chitarra elettrica in questi anni ‘20. D’altronde, il sottotitolo “Noise tracks” è già indicativo di questo nuovo percorso. Niente cantato, niente sezione ritmica, niente riff rock, niente solos epici. Meller è unico protagonista del lavoro; lui e la sua chitarra con una serie di effetti che vanno a formare sei tracce strumentali. Il linguaggio sonoro proposto si fa più astratto; in genere c’è una base d’atmosfera, con tratti ambient e forti sensazioni dark, su cui la sei corde va a disegnare melodie particolari, sfuggenti, che non danno certezze. Tra echi di frippertronics, paesaggi sonori cari a Brian Eno, noise, attimi di silenzio ed una tensione costante, Meller sembra essere arrivato ad una maturità artistica totale. È una proposta che non prevede virtuosismi; nessuna ostentazione di tecnica, solo il desiderio di comunicare con forme nuove e, di conseguenza, di regalare emozioni in maniera diversa dal solito. È musica in cui immergersi con attenzione e concentrazione, da non ascoltare distrattamente, ma da seguire in tutte le sue sfumature. Solo in questo modo si possono assimilare al meglio i suoni e le suggestioni che emanano, il tempo perennemente lento, gli attimi di quiete minacciosa, i riverberi, i feedback vagamente floydiani (periodo “A saucerful of secrets” – “Ummagumma”). E così facendo Meller ci può ipnotizzare.
I titoli dei brani, inoltre, sono molto evocativi: “Forest”, “Lake”, “Frozen gield”, “Storm”, “Fog”, “Hidden river” richiamano una natura che può essere complessa nelle fasi invernali, ma che non perde mai il suo fascino e la sua forza. Ed il libretto pieno di belle foto è un perfetto accompagnamento alle tinte fosche dell’opera. L’album, così, con la sua austerità e le sue venature diafane, riesce a trasmettere un intimismo davvero molto particolare.
Meller non finisce di stupire e stavolta, in totale solitudine, fa un colpo che spiazza con questo disco che di sicuro non è per tutti i palati, ma che è sincero, temerario e chiaro parto di un musicista ammirevole che vuole portare avanti la sua arte senza alcun compromesso.

 

Peppe Di Spirito

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