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FRANCK BALESTRACCI Existences invisibles autoprod. 2002 FRA

In Francia è molto diffusa, ed ha un buon seguito, la cosiddetta musique nouvelle, ovvero la musica nuova, ove per nuova non so di preciso cosa si intenda (ma d'altra parte cosa c'è ancora di progressivo nel Progressive...?), ma accomuna certi tipi di musica elettronica e d'avanguardia, ad ascoltare qualcosa un po' in giro. Questo secondo album di Franck Balestracci rientra in questa categoria, anche se non siamo troppo lontani da certe frange più facilmente riconoscibili ed accettate come Progressive. Si tratta di un disco, completamente strumentale, scritto e suonato da una sola persona anche se, come viene specificato nel libretto, si tratta di strumenti suonati effettivamente, senza traccia di suoni programmati. I suoni non sono troppo poveri, come in altre produzioni del genere, anzi... si tratta di una musica corposa, delicata e sussurrata, con sonorità misteriose e costantemente evocative, con sonorità ed atmosfere anche zeuhl. Si può quasi immaginarla come colonna sonora di un film, di certo difficile da assimilare, ma affascinante se si è predisposti ad ascolti di musiche complesse e dalle mille sfaccettature.

 

Alberto Nucci

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