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IL BALLO DELLE CASTAGNE 108 HR.SPQR 2009 ITA

E’ fin troppo facile accusare chi abbia tanti riferimenti nella propria vita di non avere personalità propria. Il caso di questa band milanese è tipico: tanti ascolti di progressive italiano dei settanta, libri letti, divorati, con temi filosofici, collezioni di aforismi e di frasi ad effetto, poi la voglia di suonare di provare a prendere tutto quanto e gettarlo nell’impastatrice per vedere la malta che ne viene fuori, in maniera artigianale.
Ciò che viene fuori è un qualcosa di derivativo, sì, ma anche dotato di un profilo di personalità ben delineato. Le strutture musicali, pur provenendo dal prog ’70 di matrice italica, non propendono per un prog tout-court, direi che siano più avvicinabili ad una sorta di garage-beat-psichedelico-cantautorale e le forti inserzioni esoterico-satanico-sabbatiche delle apparenze tendono a sciogliersi in una testualità presente e quasi socializzata.
Chiari i debiti a Biglietto per l’inferno, al primo Battiato, a certe cose del Banco, ma – ripeto – non sono determinanti per il risultato finale che fa, invece, di certo prog, più un riferimento sociale e temporale che un risultato tangibile.
Giusto per conoscenza il nome della band si rifà allo storico episodio del papato sotto i Borgia e più precisamente alla notte del 31 ottobre 1501, vigilia di Ognissanti, passata in maniera anomala e provocatrice in un’orgia multiforme, sabbatica e rituale. Tale notte fu chiamata appunto “Ballo delle Castagne”. Altro punto da sviscerare è nel titolo di questo breve 10inch che vuole anticipare a mo’ di singolo l’uscita del CD che si chiamerà “Kalachakra”. Ebbene, 108 sono le passioni diaboliche alle quali si deve far fronte per diventare Buddha, ma anche i rintocchi della campana che in Giappone salutano il vecchio anno e l’arrivo del nuovo, ma anche le tecniche del karate e anche il numero dei grani che compongono il rosario buddista ed una serie di altre ricorrenze numeriche dove il 108 torna e ritorna come fondamentale.
Torniamo alla musica: due soli brani non originali, ma coverizzati in maniera abbastanza personale. Si tratta di una b-side di un singolo di Battiato: “Paranoia” e di due brani miscelati tratti dal disco d’esordio del Biglietto, sopra ricordato “Ansia” e “Confessione”. Il risultato è positivo e l’enfasi teatrale che il cantante e produttore Vinz dà ai brani, consente una rilettura che è senz’altro positiva: ancorata all’originale e al contempo nuova. E’ pur vero che il suo “modo” è più vicino alla recitazione che non al cantato, ma forse il percorso di personalizzazione richiede anche questo. I toni comunque cupi e volutamente dimessi, risultano coinvolgenti e rendono bene, lasciando ben sperare per il disco in uscita. Proposta non tipicamente prog, anzi talvolta parecchio lontana, ma sicuramente interessante.



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Roberto Vanali

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