Molte volte il secondo lavoro di un gruppo o artista che faccia musica, si rivela una delusione oppure è quello della consacrazione. Ebbene, "More grains of sand" consacra i CLEPSYDRA come uno tra i migliori gruppi new Prog del panorama europeo. Il primo CD "Hologram" aveva fatto intravvedere le grosse potenzialità della band elvetica ed aveva l'unico difetto di presentare brani piuttosto brevi, così da lasciare un senso di incompiutezza. In questo album i CLEPSYDRA si buttano senza timori in soluzioni più ardite ed articolate, al punto che l'album è in pratica una lunghissima suite. La bravura del chitarrista Lele Hofmann raggiunge qui livelli molto alti e gli intrecci con il tastierista Philip Hubert, ovvero il duettare chitarra-tastiere, sono tra le cose più belle dell'album. La potente e calda voce di Alu Maggini è ormai una caratteristica del gruppo, comunque tutti e cinque hanno raggiunto un affiatamento notevole. Tutto il CD è di ottimo livello, in particolare spiccano: "Moonshine on heights", dove nello splendido finale compare la voce di Nick Barrett dei PEN-DRAGON, "Birthday party" (con la ricomparsa di Steve e Jane di "Hologram"), un pezzo ipnotico, con improvvisa scorribanda di tastiere suonate alla grande. "No place for flowers", con il grande duetto tra chitarre e tastiere e con l'assolo finale di Hofmann su livelli stratosferici. E ancora: "The river in your eyes" e "The prisoner's victory", forse il pezzo più bello in assoluto con in più il testo del bassista Andy Thommen molto interessante. Infine il gran finale con "Vienna", un brano interpretato un po' alla ARAGON, e la strumentale "The last grain", ovvero l'ultimo granello della clessidra che mi affretto a rigirare, riascoltando un'altra volta questo bel CD.