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CONTRALUZ Ramos generales autoprod. 2003 ARG

Non si può certo dire che i Contraluz siano un gruppo prolifico: dal 1970, periodo in cui hanno iniziato la loro attività, ad oggi hanno infatti realizzato soltanto 3 album. L'esordio lontano ("Americanos"), considerato una vera e propria rarità, risale al 1973. Il gruppo si rifà vivo agli albori del nuovo millennio col discreto "El Pasaje" e, a distanza di 3 anni, torna con questo nuovo CD. Al loro esordio i musicisti argentini facevano sfoggio di un corredo musicale fortemente dominato da influenze Tulliane, evidenti soprattutto per quanto riguarda l'uso del flauto e dalle sonorità hard rock piuttosto pronunciate. I Contraluz della rinascita appaiono invece piuttosto levigati nel sound, più sinfonici e dai connotati folk più marcati. Questo nuovo album in particolare si presenta delicato negli arrangiamenti, solare e piuttosto sinfonico. Il sapore è comunque nostalgico e si intuiscono le profonde radici musicali del gruppo che affonda la propria esperienza nell'età dell'oro del Progressive. Le parti cantate presentano quella melanconia tutta sudamericana, appaiono distese e sentimentali e si stagliano su uno sfondo sonoro prezioso ed elegante che comunque non viene mai sacrificato a vantaggio delle parole. A volte il modo di cantare può apparire, per così dire, un po' ingenuo ma questo rientra comunque nello stile cercato e voluto dal gruppo stesso, in linea con un certo modo argentino di sentire la musica. Il flauto è ancora partecipe, ma rappresenta una presenza gentile e sfumata, di pregiato contorno e solo in limitate occasioni ricorda il tocco di Ian Anderson. I ritmi sono indugianti e meditati e lasciano il tempo di assaporare appieno ogni singolo passaggio. In questo senso "Llevo... a mi padre", il lungo pezzo della durata di 11 minuti, è un brano di notevole fattura. L'altro pezzo di lunga durata, "Vida en el deserto" (13 minuti) presenta passaggi strumentali distesi e lirici, influenzati pesantemente dai Genesis. Una tappa obbligata per gli amanti del Prog sudamericano, fortemente consigliato agli estimatori del Prog sinfonico e melodico.

 

Jessica Attene

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