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CRYPTIC VISION Live at ROSFest 2005 Swiss Navy Productions 2005 USA

In un’epoca apparentemente votata alla celebrazione di musica dai contenuti rabbiosi, deprimenti o addirittura violenti, Cryptic Vision è una ventata d’aria fresca intrisa di energia positiva…”. Così esordisce nel kit promozionale la descrizione della visione poetica di questa band della Florida, ed infatti si può concordare che la proposta sia debitrice nei confronti del filone “solare” del prog che vide gli Yes come principali esponenti, sia pure con evidenti contaminazioni pomp come spesso accade avendo a che fare con band statunitensi.
Questo disco live, registrato durante l’ambizioso Rites of Spring Festival nella primavera del 2005, è allo stesso tempo una ghiotta passerella su cui riproporre i brani dell’esordio “Moments of Clarity”, un’occasione per anticipare il nuovo album con il promettente e lungo brano “In a World” (che ne sarà la title track e qui proposto anche in versione demo come traccia aggiuntiva) ed infine per pagare un tributo agli ispiratori della band con un medley non troppo dissimile da quello contenuto in “A Change of Seasons” dei Dream Theater. Formata da musicisti non proprio “di primo pelo”, la band (una line-up pentagonale classica ma arricchita dalle capacità polistrumentistiche del cantante Todd Plant e del batterista Rick Duncan) mette in mostra buone capacità tecniche e una certa sicurezza e professionalità nell’esecuzione, dovuta certamente alle numerose esperienze dei cinque come session-men per nomi anche altisonanti del rock USA.
Dall’apertura di “Introspective/Contemplation/Grand Design” siamo posti di fronte al manifesto sonoro dei Cryptic Vision, parimenti influenzato dagli Yes di “Drama” (soprattutto negli intrecci vocali), i Kansas ed i primi Dream Theater, con sezioni strumentali dominate da chitarra e synth che si lasciano spazio a vicenda per prodursi in assoli dal sapore di prog moderno e vitaminico nonostante il retaggio delle band storiche citate. Il risultato è un rock dai toni piuttosto trionfalistici ma senza troppi manierismi o fumisterie, spesso sconfinante in territori propriamente metal-prog come nella già citata “In a World”, che alle sue oniriche linee vocali e alla tipica struttura a break e ripartenze contrappone un’inusuale e apprezzabile sezione centrale latineggiante. A volte però la tentazione di sfociare nell’AOR si fa irresistibile e così abbiamo un brano come “Shock Value” il cui scontatissimo inciso dal sapore anni ‘80 non sfigurerebbe nei primi due album degli Asia, ma per fortuna si tratta di una tendenza che nei 72 minuti dell’album non prevale.
Poco da aggiungere riguardo al “Progledy”: i Cryptic Vision si dimostrano ineccepibili anche come consumata cover-band, snocciolando in 13 minuti citazioni di brani celebri firmati Spock’s Beard, Dream Theater, Genesis (ma perché “Turn it on again”?), EL&P, Kansas e Yes: una scelta ruffiana ma che possiamo perdonare nel contesto di un festival!
In definitiva, un buon campionario per saggiare le discrete capacità compositive di questa band apparentemente apprezzatissima in patria, sia pure negli angusti confini del proprio genere musicale; non mi sento però certo di gridare al capolavoro: il sapore del già sentito è a mio parere troppo marcato per candidare i Cryptic Vision a nuova rivelazione progressiva americana.

 

Mauro Ranchicchio

Collegamenti ad altre recensioni

CRYPTIC VISION Moments of clarity 2003 
CRYPTIC VISION In a world 2006 

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