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CREDO This is what we do (DVD) Metal Mind Productions 2009 UK

Con l’inarrestabile produzione di DVD da parte della Metal Mind, la serie dei video “Live in Poland” è ormai da considerarsi una “collana” a sé, un’esperienza con la quale ogni gruppo new-prog inglese deve prima o poi confrontarsi. Avendo al momento esaurito il novero dei grandi nomi, ad essere chiamati alla ribalta del sempre gremito Teatro Wyspiański sono ora alcune band di “seconda fascia”, anche se alcune vantano una lunga carriera alle spalle: oltre agli autoctoni Satellite, ecco arrivare Final Conflict, Shadowland, Tinyfish e appunto i Credo.
La travagliata storia di quest’ultima band trova origine addirittura nei lontani anni ’70, che videro l’associazione artistica tra il chitarrista Tim Birrell e il bassista Jim Murdoch, ma è soltanto all’inizio degli anni ’90, dopo una serie di cambiamenti di nome (“Ad Hoc”, “Chequered Past”) e la scelta del carismatico Mark Colton (già con i Freewill e con i Casual Affair) come vocalist che nasce il gruppo come lo conosciamo oggi, il cui esordio discografico avviene nel 1994 con un album francamente mediocre come “Field of Vision”. Dati pressoché per dispersi per tutto il decennio successivo, tra problemi di line-up e di salute, nonostante qualche importante apparizione live, come il Rotherham ProgFest del 1999, con l’inserimento di Mike Varty (Shadowland, Janison Edge, Landmarq) alle tastiere, i Credo riemergono nel 2005 con un album (“Rhetoric”) che fa salire parecchio le loro quotazioni; si tratta di un prevedibile - ma nel suo genere perfetto - pastiche di new-progressive anni ’80 di scuola Marillion/Pallas, piuttosto ispirato e bilanciato tra momenti aggressivi e pause melodiche, con chitarra e synth ad apportare sprazzi solistici in egual misura.
Per la serata di Katowice, il quintetto sceglie saggiamente di eseguire per intero proprio il secondo album, con lo scialbo esordio rappresentato da un medley e dal brano più rappresentativo di quel disco: “A kindness”, interpretata con una teatralità che può farla accomunare a “The ripper” dei Pallas o a “The enemy smacks” degli IQ.
Il vocalist Mark Colton si dimostra un frontman piuttosto smaliziato, la cui presenza fisica sul palco può portare alla mente Fish, un paragone spesso abusato ma non in questo caso (d’altronde il nome della band come è stato scelto?); le sue interazioni con il pubblico spesso finiscono per avere scarso effetto a causa della barriera linguistica; ciò nonostante la platea si rivela piacevolmente sorpresa dall’energia riversata dai cinque nell’esibizione live, le capacità tecniche certamente non mancano ed è un piacere seguire le fluide escursioni solistiche di Birrell ed i flash strumentali di Varty. Alcuni dei brani sono basati attorno a riff di facile presa (es. il trascinante e grintoso giro di synth di “Skin trade”), altri sono costruiti in modo meno immediato e tra questi segnalerei l’azzeccata apertura “The game”, non affatto banale, e le lunghe “From the cradle… to the grave” e “Too late… to say goodbye”, queste ultime certamente i brani di punta della scaletta. Sulla stessa scia il brano inedito presentato con il titolo provvisorio “Round and round”, che fa ben sperare per il futuro della band ma che allo stesso tempo rende palese che le coordinate artistiche rimarranno le stesse, senza novità di rilievo né sforzi in senso di ampliamento di sonorità.
Interessanti i contenuti extra, che includono video (amatoriali) di brani estratti da esibizioni live del 1999 e del 2006, un “dietro le quinte” del concerto polacco e infine le tracce audio della cassetta “First statement”, pubblicata dalla band nel 1992 sotto la denominazione “Chequered Past”.


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Mauro Ranchicchio

Collegamenti ad altre recensioni

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CREDO Rhetoric 2005 
CREDO Against reason 2011 

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