|
EYESTRINGS |
Burdened hand |
Split Difference |
2004 |
USA |
|
Il principale compositore della band, Ryan Parmenter, è il nipote di Matthew Parmenter dei Discipline, gruppo dal quale proviene anche il bassista Mathew Kennedy. Il giovane Ryan è cresciuto fin dalla più tenera età con i classici del progressive nelle orecchie, oltre che con la musica della band dello zio. Gli Eyestrings, la cui line-up è completata dal batterista Bob Young (anch’egli ha fatto parte dei Discipline) e dal chitarrista Alan Rutter (amico di lunga data di Ryan), sono nati in questo clima confidenziale e familiare di grande amore per il Prog. Ne consegue che conoscere la musica dei Discipline significa capire appieno l’universo musicale di questa nuova band, anche se le somiglianze, innegabili, sono evidenti più che altro alla radice, nelle attitudini e passioni condivise dai musicisti. Ad un primo ascolto non passano inosservate alcune similitudini con gli Echolyn; ma anche in questo caso non sembra esserci la consapevole o inconscia volontà di somigliare alla band di Brett Kull (anche se in qualche traccia le somiglianze sono tutt’altro che vaghe), quanto un comune background dominato dalle influenze di Gentle Giant e Yes, rielaborate con un approccio tutto americano ed arricchito da un ampio spettro di contaminazioni. C’è un giusto mix di melodia e ritmo con una buona verve compositiva, anche se la complessità e gli intrecci degli Echolyn non vengono mai raggiunti: l’andamento delle canzoni è più lineare ma comunque impreziosito da graziose sorprese. Lo stile dei vari pezzi è quanto mai vario ed il registro cambia di brano in brano passando con disinvoltura dal drammatico al romantico (quasi Beatlesiana la soffusa “Nothing”) al comico (come nell’eccentrica “Slackjaw”). Il sound è abbastanza energico, di impatto e non privo di spigoli. Diciamo che si tratta di un ottimo inizio per una band già matura che si profila comunque molto promettente.
|
Jessica Attene
Collegamenti
ad altre recensioni |
|