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THE ENID |
Live with the City of Birmingham Symphony Orchestra & the Warwickshire Music Service Youth Choirs |
Operation Seraphim |
2012 |
UK |
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Se dovessi indicare un gruppo che più di qualsiasi altro è riuscito con i propri album ad unire al meglio la musica classica ed il progressive rock non avrei esitazioni a puntare sugli Enid. Ancora più di quanto fatto dai più noti Keith Emerson e Rick Wakeman, John Godfrey, tastierista, leader e mente principale del gruppo, è riuscito a far avvicinare due mondi sonori che ancora verso la fine degli anni ’60 erano considerati in antitesi. Dalle prime pubblicazioni sono passati quasi quarant’anni, ma gli Enid sono andati avanti per la loro strada, non priva di difficoltà e di mezzi passi falsi, incuranti delle mode e sempre cercando di mettere in mostra la loro personalità. In questo bellissimo doppio album dal vivo (presentato in confezione digipack apribile in quattro parti) registrato il 15 ottobre del 2011 quanto descritto risulta ancora più evidente. Per l’occasione la band è accompagnata dalla Birmingham Symphony Orchestra e da un coro che permettono alla musica di Godfrey persino di aumentare il già alto tasso di classicismo. Nel primo disco troviamo magnifiche esecuzioni di cinque dei più celebri e apprezzati brani degli Enid. Si tratta di “Judgement”, “In the region of the Summer stars”, “Childe Roland”, “The mirror of love” e della magnifica suite “Fand”, tutti risalenti ai primissimi lavori della band (“In the region of the Summer stars” e “Aerie faerie nonsense”). Già con questi primi cinquantacinque minuti l’emozione è tantissima: la presenza dell’orchestra rende ancora più magniloquente ed elegante la musica di Godfrey e compagni e il connubio con il gruppo è assolutamente perfetto. Tastiere e archi creano tappeti sonori di fascino incredibile e vanno a disegnare le principali linee melodiche, anche se la chitarra ricama in maniera elegante, mantenendo nei suoi momenti solistici questo forte legame con la musica classica; le parti percussive fanno la loro parte a meraviglia e non risultano mai invadenti. Dopo questa prima scorpacciata è il momento di mettere il secondo cd, che si apre subito con quella che all’epoca era la lunga suite dell’ultimo album degli Enid, “Journey’s end”, datato 2010. L’ennesimo gioiello, eseguito integralmente, anche in questa veste live fa un bellissimo effetto ed abbiamo anche il primo incontro con le parti cantate e con il coro. Nulla da eccepire nemmeno in questo caso, performance assolutamente strepitosa. A concludere ci sono poi una bellissima versione di “Mockingbird”, resa celebre dai Barclay James Harvest e dell’accoppiata classica “Dambusters and Land of hope and glory”. Terminano quasi due ore di un’esibizione meravigliosa, che ci fa capire una volta di più l’incredibile talento di un compositore capace di fare grandissime cose sia nei momenti più pomposi, sia in quelle situazioni più pacate e romantiche, mantenendo sempre questo legame molto forte con la musica classica. Un legame inscindibile, che continua a dare gustosi frutti e che mostra l’unicità di una band troppo spesso dimenticata. Sarà pur vero che il primo disco targato Enid è uscito nel 1976, quando i grandi del prog avevano già espresso il meglio, ma proprio questa spiccata personalità non fa affatto sfigurare il gruppo accanto a nomi solitamente ben più celebrati. E questa testimonianza live è solo una delle tante dimostrazioni, attraverso un’istantanea spettacolare di una band che non smette di regalare magie.
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Peppe Di Spirito
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