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ENCHANT |
Blink of an eye |
Inside Out |
2002 |
USA |
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Riecco apparire, due anni dopo il deludente (a mio avviso) "Juggling 9 and dropping 10", gli statunitensi Enchant. Ripercorriamo brevemente la loro carriera per fare il punto della situazione. Il loro primo cd "A blueprint of the world", fu prodotto a suo tempo da Steve Rothery dei Marillion e presentava una matrice senz'altro prog, con brani lunghi e articolati, con inserti anche jazzati. Bello. Il secondo cd, "Wounded", fu invece improntato al prog metal più classico (stile Theater), ma mi piacque abbastanza. Il terzo, "Break", cambiò di nuovo registro, spostandosi in un campo frammisto di metal e rock FM all'americana; non mi piacque per nulla. Lo stesso dicasi per il penultimo. Oggi esce questo "Blink of an eye", che sembra tornare un po' sulle tematiche di "Wounded", pur restando ancorato all'ultimo periodo della band. Devo dire che questo disco non mi è dispiaciuto. Niente di innovativo però (a causa del cambiamento dei miei gusti, forse) l'ho ascoltato più volte durante la passata estate. Ha un buon tiro, una buona ritmica pesante e melodie orecchiabili al primo ascolto. Molto migliori di "Juggling 9 and dropping 10", che era debole anche nell'aspetto melodico. Questo non vuol dire che stia rivalutando del tutto il disco: il mio preferito degli Enchant resta il primo senza dubbio; voglio solo affermare che il gruppo con questo disco potrà assicurarsi delle buone risposte di vendita, soprattutto dai giovani progster che non amano le cose troppo difficili. Dal punto di vista tecnico, sia la resa sonora sia la bravura dei musicisti, non vengono messe in dubbio in nessun episodio, ma questo è del resto un marchio di fabbrica delle produzioni Inside Out. Il cd si trova in vendita in due versioni: limited e normal edition. La limited edition ha una sezione multimediale (povera) e una bonus track, nonché un libretto più curato (con relativa confezione a book, altro marchio di casa Inside Out). In definitiva, il disco potrà piacere a tutti quelli che si sono avvicinati al rock progressivo da poco, ma potrà anche servire come sottofondo per i vostri viaggi in autostrada o come colonna sonora per un road movie sperimentale.
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Marco Lastri
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