Secondo album pieno per questa band olandese che personalmente ho avuto modo di vedere dal vivo un paio d'anni fa, senza che la loro esibizione mi abbia granché impressionato. In effetti i FAF sono un po' gli alfieri del pop Prog che piace tanto a un certo pubblico del Nord Europa, lasciando abbastanza indifferenti noi gente del Sud (Bossi compreso). OK, bell'inizio... e ora sotto con le note prettamente musicali. L'inizio è abbastanza promettente: "Into love" ha un'introduzione con tastiere a tutto spiano che fa sperare per il meglio; fuoco di paglia... il pezzo si trasforma subito in una canzone tipica del gruppo, dall'apparenza pseudo-romantica e con alternanza di momenti melodici ad altri più tirati. Il pezzo in questione, tutto sommato, alla lunga rimane uno dei migliori del lotto dei 10 del CD e se anche i successivi si fossero dimostrati sulla stessa falsariga il gradimento mio personale si sarebbe assestato su un piano di sufficienza. Sia ben inteso che questa mia non è una critica in assoluto al gruppo, il quale è molto professionale e sa costruire delle canzoni in fondo gradevoli (è qui valido lo sfruttatissimo consiglio di ascoltarsi il CD in macchina, durante una gita con gli amici); gli arrangiamenti sono molto curati e difficilmente si possono individuare delle sbavature nel risultato proposto all'attenzione degli ascoltatori. Posto a confronto col lavoro precedente ("Both worlds" - 1991), "Running in circles", pur non presentando quelle 2-3 composizioni che si distaccano dal resto, è di qualità mediamente superiore, ma il problema dei FAF, almeno per ciò che mi riguarda, è proprio questo: i pezzi scivolano via uno dietro l'altro, senza che si riesca a prestare granché attenzione all'uno invece che all'altro. Ecco, vedete, per esempio...? Avevo cominciato poche righe più su a parlare della prima traccia, dilungandomi poi in altri discorsi, ed ora mi accorgo che il CD è già arrivato alla quarta canzone, senza che mi ricordi molto di quelle intercorse in questo lasso di tempo...