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FLOR DE LOTO Nuevo mesías (CD+DVD) Azafran Media 2014 PER

Inserendo nel conteggio anche “Volver a nacer” – una riproposizione di alcuni brani contenuti nei primi tre album, risuonati dalla nuova band (decisamente differente rispetto agli esordi) – i peruviani Flor de Loto giungono al ragguardevole traguardo del sesto album. Sempre con i “vecchi” leader Alonso Herrera (chitarra solista, voce) e Alejandro Jarrín (basso), coadiuvati dall’energico flautista Junior Pacora subentrato dal terzo “Mundos Bizzarro” (2009), cambia ancora una volta il batterista nella persona di Álvaro Escobar. Permane invece la scelta di affidarsi alla seconda chitarra di Ignacio Flórez, confermando l’impatto massiccio su cui si basa ormai da anni la proposta della band di Lima. Entrano in pianta stabile due componenti che prima figuravano solo come ospiti: Daniel López (tastierista, autore anche di alcune composizioni parecchio riuscite) ed Agustina González (cori, in verità non molto appariscente su quest’album). Un insieme che si è definitivamente allontanato da quel quartetto strumentale degli esordi, sfruttando l’eventuale vena prog-folk come elemento per arricchire di colore una musica che è diventata sempre più simile ad un vero e proprio prog-metal. Proposta che comunque, proprio per le sue radici etnico-culturali, si distingue nettamente dalla stragrande maggioranza di realtà più o meno analoghe, come sta a dimostrare fin dall’inizio la title-track posta in apertura. I nove pezzi vengono alternati regolarmente tra composizioni cantate ed altre strumentali, facendo risaltare maggiormente quest’ultime sotto il profilo dei contenuti. Ne è già un esempio “La Tabla Esmeralda”, ma ancora di più “Cumbemayo”, più vicina al concetto classico di prog, dove Pacora lascia ad un certo punto il fidato flauto traverso per imbracciare il sax tenore per un risultato finale molto interessante. Oltre a “Caleiscopio”, basata sull’incedere del pianoforte, c’è da sentire la lunga ed intensa “Creados Del Fuego”; una composizione molto articolata e sempre vibrante dove torna il suono del sax, accresciuta da un assolo liberatorio di Herrera alla chitarra, in cui però il motivo suonato all’inizio e alla fine del pezzo stesso ricorda tanto una versione metal… dei Simpson!
Parlando di metal, questa è una componente sulle cui fondamenta si basano i pezzi cantati; in “Espejo Del Alma” e soprattutto in “Hipnotízame”, ad un tratto non si potranno non riconoscere delle cavalcate in puro stile maideniano.
Come al solito la produzione è bella “tosta”, i brani scorrono spediti a tutta velocità, complessi e melodici allo stesso tempo, con un flauto andino sempre in primo piano che trascina l’ascoltatore nella più totale esaltazione. Senza dimenticare la solita estrema orecchiabilità dei ritornelli e la grande enfasi tipica delle compagini ispaniche, la cui focosa irruenza potrebbe persino suonare come “adolescenziale”.
L’ultima fatica dei Flor de Loto contiene anche un DVD, dove poter visionare la gestazione dell’album (è tutto in spagnolo…) ed un booklet di foto. Poi vi sono i videoclip di alcuni brani, vecchi e nuovi (sempre ottima “Hasta El Final” da “Imperio de cristal”), suonati dall’attuale band, la quale propone anche due pezzi dal vivo. Si tratta sicuramente di un bel prodotto, che verrà ancora una volta apprezzato da chi ha seguito il gruppo nelle proprie organiche metamorfosi. Dal prossimo lavoro, però, sarà lecito attendersi un nuovo passo verso una fattiva evoluzione, senza fossilizzarsi su quanto già consolidato e che si era ben delineato già nelle uscite immediatamente precedenti.


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Michele Merenda

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