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I Galahad hanno rappresentato per molti di noi un esempio di new prog di alto livello e già ai tempi del festival di Tramonti, la band inglese era quantomeno riconosciuta al pari di IQ, Pallas e Pendragon. Con “Nothing is written” e “Sleepers” i Galahad si guadagnarono un posto di rilievo nella scena prog britannica e credo che anche i più intransigenti amanti del genere riconoscano l’importanza delle band citate nel ritrovato interesse dei media in un genere che a metà degli anni settanta veniva dato per spacciato (e questo potrebbe essere ancora una volta l’inizio di una discussione mai finita sulla vita/morte del prog!). La storia musicale della band inglese non è stata particolarmente fortunata, a partire dalla difficoltà iniziale di produrre i propri lavori, le polemiche per la copertina di “Sleepers” nonché le incredibili vicissitudini con il produttore dello stesso cd Tony Arnold, tuttavia con più di venti anni di vita alle spalle, i Galahad dimostrano quantomeno una certa tenacia e voglia di esprimere la propria vena artistica. Roy Keyworth nell’intervista presente nel dvd in questione sostiene che la storia dei Galahad può essere disegnata come un anello che si chiude poco prima di “Year Zero”, inizio di un nuovo ciclo. In “Live in Poland” la band propone diversi brani del prossimo cd in studio – “Empires Never Last” -, oltre che brani noti come “Sleepers” e “Bug Eye”. Proprio le nuove tracce mi hanno confermato quanto i Galahad, a differenza di altre band britanniche anche di maggior fama, abbiano voglia di rimettersi in discussione. Per carità, il marchio di fabbrica del gruppo – in special modo lo stile di Roy Keyworth, nonché il timbro peculiare di Stuart Nicholson - rimangono presenti e nessuno vorrebbe altrimenti, tuttavia se ripensiamo ai lavori iniziali, al citato “Nothing is written” o anche “Sleepers”, ci rendiamo conto come molte cose siano di fatto cambiate. E’ stato un piacere vedere l’esibizione della band in Polonia, ascoltare Roy e Stuart raccontare la storia della band, nonché la strana intervista di Stuart ad Artur Chachlowski (ricordi Alberto?). Da un punto di vista tecnico, come tutte le produzioni video della Metal Mind, anche “Live in Poland - Resonance” è ben registrato, con una regia peculiare, audio Dolby Digital 5.1, menu interattivi e la solita scarica di specials – le citate interviste, foto, brani inediti e altro.
Sarà forse per nostalgia, o desiderio di rivivere momenti magici, ma ho trovato questo dvd molto piacevole e a tratti esaltante. Consiglio a chiunque abbia amato o ami tuttora i Galahad di acquistarlo tranquillamente.
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