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GENOMA |
Silenzioso |
Zeit Interference |
2014 |
ITA |
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Alla fine anche Alessandro Seravalle si è lasciato prendere dalla tentazione di cimentarsi con la musica più sperimentale, elettronica od ambient, e il distacco dai Garden Wall mi sembra decisamente netto! Il Seravalle solista quindi abbandona qualsiasi traccia legata al progressive rock/metal e si cimenta con una scrittura musicale criptica (potevano esserlo anche i Garden Wall ma in ben altri contesti) ed austera, legata alle suggestioni dell’elettroacustica accademica ed alle varie diramazioni avant-noise, con qualche concessione vagamente psichedelica sparsa nei lunghi minuti di “Silenzioso”, di fatto il secondo disco del suo progetto solista Genoma, pubblicato dalla succursale sperimentale della Lizard Records.. Le nove tracce che compongono il cd sembrano svolgere un ruolo di catarsi interiore per il Seravalle, attraverso il quale si ritrovano le proprie radici inconsce... Le parti più interessanti di “Silenzioso” a mio avviso sono quelle in cui il rumore bianco più urticante viene messo in secondo piano mentre si diramano interessanti tessiture psych-ambient ancestrali e primitive come “In The Trees” oppure nel curioso ed ossessivo ibrido industrial de “Il Cervello”, una via di mezzo tra un’installazione sonora per qualche lager psichiatrico ed un ipotetico film di sci-fi italiana vintage… La passione per Demetrio Stratos e gli Area di Seravalle è chiaramente percepibile in “Secondo Principio”, un marasma dissonante di synths in cui alcune delle idee più radicali degli Area di “Caution Radiation Area” sembrano evocate e riadattate in chiave quasi (dark) ambient, con la voce narrante di Seravalle a recitare con tono piuttosto minaccioso uno strano poema… “Simulacrum” è invece un collage avanguardistico in loop dove si risentono alcuni tipici vocalizzi brutali alla Garden Wall uniti ad un recitativo dadaista ancora vicino a Demetrio Stratos, mentre in un pezzo come “Toni di Ottoni” si omaggia apertamente il free jazz di Anthony Braxton con un ambizioso ed inquietante minimalismo di campionature di strumenti a fiato ossessivamente in loop, concepito come una stridente suite cacofonica. Genoma è nel suo complesso un progetto discretamente riuscito anche se a tratti un po’ farraginoso ed ancora amatoriale, certe parti risultano sicuramente convincenti altre invece rischiano di risultare leggermente tediose ed un pochino ripetitive, purtroppo non nel senso minimale del termine, quando non proprio approssimative. Nel caso volesse proseguire questa via parallela nel mondo dell’avantgarde più dura, per Seravalle possiamo sicuramente aspettarci margini di miglioramento; e mi chiedo cosa potrebbe succedere se applicasse certe tecniche e idee di Genoma in un contesto di progressive rock come quello dei Garden Wall, sicuramente verrebbe fuori qualcosa di strano ed interessante…
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Giovanni Carta
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