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Nel 2016 tre giorni di jam sessions in Sardegna dei Djabe insieme a Steve Hackett portarono alla realizzazione dell’album “Life is a journey – The Sardinia tapes”, dopo che le improvvisazioni vennero editate per formare dei brani veri e propri. Il tempo di provarli velocemente ed i musicisti si impegnarono in un mini tour che mostrò ulteriormente l’affiatamento che c’è tra di loro. D’altronde la collaborazione tra lo storico chitarrista dei Genesis e la band ungherese è attiva ormai da tanti anni e ogni occasione è buona per alimentare ulteriormente questo sodalizio. Il concerto di Budapest del 4 ottobre 2017 viene documentato ora con questo nuovo prodotto che contiene due cd e un DVD in una bella confezione digipack apribile in quattro parti. L’esibizione si apre con una serie di vecchi brani del repertorio dei Djabe, che solo dopo mezz’ora vengono raggiunti da un Hackett sempre in splendida forma e dal batterista islandese Gulli Briem dei Mezzoforte. A questo punto vengono eseguiti una serie di pezzi bellissimi e noti tratti dalla carriera solista del chitarrista e da quella con i Genesis: “Los endos”, “Fly on the windshield”, “Please don’t touch”, “Firth of Fifth” e “Last train of Istanbul”. A seguire ci sono quattro estratti dal disco registrato in Sardegna, prima della conclusione affidata al bis “Clouds dance”. Si segnala che il secondo cd presenta due tracce in più tratte da altri concerti, mentre il DVD contiene alcuni filmati extra. L’ascolto e la visione dello spettacolo lascia sensazioni molto piacevoli, come sempre avvenuto quando Djabe e Hackett hanno unito le forze. Merito di un sound corposo, che sa essere a volte sanguigno e a volte delicato, a volte slanciato per le improvvisazioni, a volte più geometrico e definito. Ci sono momenti di insieme di notevole intensità e passaggi solistici di grande effetto. Come al solito si spazia tra jazz, world music, rock e prog mantenendo un’unità di intenti ed una coesione che favoriscono la buona riuscita di questo mix particolare e dalle molteplici sfumature, con la tromba e percussioni varie che si affiancano alla più canonica strumentazione rock. Si percepisce l’atmosfera rilassata che condividono i musicisti ed il piacere e il divertimento derivanti dal suonare insieme. Le composizioni di Hackett e dei Genesis vengono personalizzate al punto giusto, senza snaturarle e rappresentano la parte più attraente del live per gli appassionati prog, ma lo show nella sua interezza merita, perché anche il repertorio degli Djabe è di alto livello e si rinnova il consiglio di esplorare meglio la loro discografia. Non è il primo live che testimonia la grande musica che viene fuori dall’unione delle forze nella dimensione live tra il gruppo ungherese e Steve Hackett ed anche questa volta, come le altre, i risultati sono ottimi.
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