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IZZ Crush of night Doone Records 2012 USA

“Crush of Night”, sesto album in studio degli Izz, è la seconda parte di una trilogia iniziata nel 2009 con “The Darkened Room” e che troverà la sua conclusione con un nuovo capitolo ancora tutto da scrivere. Il lavoro per la messa a punto del nuovo album, inclusa la registrazione di alcuni pezzi, è stato iniziato proprio durante la realizzazione del già citato, e purtroppo un po’ altalenante, “The Darkened Room” e questo a dire la verità non mi lasciava ben sperare, anche perché gli Izz non hanno mai raggiunto, pur a fronte di un buon risultato complessivo, livelli qualitativi omogenei nelle loro opere che spesso hanno il difetto di tardare un po’ a decollare. A dire la verità la fatica in fase di partenza si avverte ancora ma diciamo che si parte da livelli decisamente più alti e quindi l’ammiccante “You've Got a Time”, con la splendida voce di Anmarie Byrnes, non fa altro che farci ambientare gradualmente alle atmosfere dell’album. Le sorprese non tardano ad arrivare e “Words and Miracles” può contare sulla chitarra di Gary Green che imprime al pezzo un certo movimento e anche qualche gradevole riferimento ai Gentle Giant, pur in un contesto musicale di stampo americano. Con “Solid Ground” siamo già in fase di pieno volo: il brano è appena perturbato dalle sonorità elettroniche della batteria, dal sapore sofisticato ed artificiale, ma dopo il primo minuto sono i cori a prendere il sopravvento con intrecci davvero coinvolgenti, inseriti in un contesto armonico semplice ma elegante con un gran lavoro di Paul Bremner alla chitarra elettrica. Il finale si fa esplosivo e ci porta alla centrale “Half the Way”, una ballad per piano e voce che sembra strappata dal repertorio di Neal Morse, coronata da uno splendido finale a tinte sinfoniche. Ma il meglio deve ancora venire ed è rappresentato da una coppia di lunghi brani ciascuno della durata di tredici minuti. “This Reality” sfoggia atmosfere in stile Yes in uno splendido crescendo di ritmi e intrecci vocali, con raffinati elementi soft-jazz, un bellissimo lavoro sullo sfondo del pianoforte con ampi riferimenti agli EL&P e sequenze in cui domina la melodia attraversata da guizzi di energia che rendono il brano splendidamente fluttuante e variegato. Quando sembra che il gruppo abbia già toccato il vertice ecco le atmosfere quasi Crimsoniane che introducono “The Crush of Night”, pezzo che include, fra i tanti ingredienti, ancora una volta la ben riconoscibile chitarra di Gary Green. Molto bello è in generale il lavoro della sezione ritmica con il basso alla Squire di John Galgano e gli intrecci fra la batteria elettronica di Brian Coralian, utilizzata in maniera intelligente come elemento di arricchimento ritmico assieme ad altri espedienti percussivi, e quella acustica di Greg DiMiceli. Il finale, con i quattro minuti di “Almost Over”, non è assolutamente sottotono, con il Moog sgargiante di Tom Galgano ed il contributo alla chitarra dell’ospite Greg Meade. Fra i gruppi americani di prog sinfonico gli Izz si attestano sicuramente fra quelli di punta, a maggior ragione se si considera il valore di questo album che presenta delle splendide armonie vocali, un notevole gusto nel mettere assieme i diversi riferimenti, tanta melodia ma anche tanti intrecci strumentali interessanti ed eclettici che si integrano in maniera naturale con le parti vocali che intervengono sempre al momento giusto. Un ritorno in grande stile con un’opera che si impone con grazia e in maniera assolutamente non prepotente e che spero potrà trovare un seguito altrettanto bello nel futuro album che il gruppo ci ha già promesso.


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Jessica Attene

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