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IMAGIN'ARIA Exeligere Lizard Records 2019 ITA

C’è una band in Italia che si è formata nell’ormai lontano 1989, ha pubblicato il suo esordio discografico sette anni dopo e che da allora ha pubblicato altri quattro album, rimanendo un po’ ai margini del Prog Rock, senza che il suo nome sia stato considerato più di tanto dagli appassionati del genere. La cosa più singolare di questa band forse è quella di aver sempre mantenuto immutata la formazione nei cinque album finora pubblicati, annoverando sempre il quintetto di musicisti che hanno iniziato quest’avventura, tanti anni fa. Ovviamente quasi ogni episodio ha annoverato alcuni ospiti per integrare ed arricchire la proposta musicale che, di volta in volta, il quintetto decideva di proporre… perché, sì, in effetti, nonostante l’immutabilità della formazione di questa band piemontese, la musica che nel corso degli anni ha deciso di farci ascoltare è più volte mutata, arrivando anche alle soglie del folk-metal per poi tornare, con quest’ultima uscita, ad uno hard Prog che somiglia un po’ a quello degli inizi, energico ma dai suoni morbidi e quasi ipnotici.
Gli storici componenti quindi Daniele Perico (voce), Ivan Peasso (chitarra), Gian Luca Milan (chitarra ritmica), Andrea Peasso (basso) e Fabio Biffignandi (batteria) vengono stavolta affiancati da Aldo Carpanelli (tastiere), Roberto Giuliano (chitarra), Marco Cortona (tromba), Massimo Boccalini (sax tenore) e Marcello Chiarle (trombone). Il risultato si concretizza in 8 tracce che danno seguito, 13 anni dopo, all’ambizioso concept “Progetto T.I.’A.” con qualcosa di forse meno ambizioso ma musicalmente non meno stimolante.
Parzialmente scemate le distorsioni hard rock, il gruppo ci propone atmosfere a tratti magiche e con ambientazioni quasi mistiche. Sebbene non possa far a meno di notare che un brano come “La Scelta Migliore”, coi fiati in bella evidenza, assieme al suo naturale prolungamento intitolato “Sempre Mai”, rappresenti forse la vetta più alta dell’album, va anche detto che di belle trame strumentali in quest’album non sia proprio parco. Come sempre le tastiere sono una prelibatezza rara nella musica degli Imagin’Aria ma gli intrecci delle due chitarre che tessono incessantemente tele e tessuti sonori riescono a riempire adeguatamente gli spazi.
Il cantato galoppa sopra a tutto questo, mettendo ancora in mostra una voce dalle attitudini rock e folk che dà il meglio di sé nei momenti più tirati. Le canzoni, si diceva, sono piacevoli e ben costruite, con liriche ben concepite e mai superficiali, e l’impressione superficiale del primo ascolto di semplici brani rock agili e divertenti muta decisamente ad un ascolto un attimo più attento, facendo scoprire un lavoro minuzioso di composizione ed arrangiamento che non ci lascia insoddisfatti.



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Alberto Nucci

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