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KARCIUS Sphere autoprod. 2004 (Unicorn Records 2006) CAN

Ecco un altro di quegli album che al primo ascolto fa porre una domanda del tipo "apprezzare la grandissima abilità tecnica dei musicisti, o mettere in evidenza la freddezza e la mancanza di cuore che sono caratteristiche di simili lavori?". Ma è un quesito che può nascere solo al primo ascolto. Infatti, assimilando al meglio il cd "Sphere" è avvertibile non solo tanto cervello, ma anche tanto calore. Il gruppo canadese formato da Simon L'Espérance (chitarre), Thomas Brodeur (batteria), Dominique Blouin (basso) e Mingan Sauriol (tastiere) realizza uno splendido lavoro strumentale con dieci ottimi brani che uniscono più stili. In quasi settanta minuti di musica la fusione di prog, jazz e metal pone in evidenza non solo un grande talento, ma anche fantasia nell'esporre le proprie idee. Un esempio ottimo è il brano di apertura"Kunidé", che parte leggero, con tocchi morbidi di chitarra acustica e che si fa man mano più vivace, con cambi di tempo, fino a raggiungere un sound particolarmente robusto nel finale. Non c'è uno strumento principe: ogni musicista fa al meglio la sua parte, gli assoli non sono mai confusionari, non rappresentano mai uno sfoggio inutile di esibizionismo ed i momenti di insieme denotano grande affiatamento. Questo modo di offrire la propria musica fa sì che non si percepiscano momenti di noia e prestando attenzione durante i riascolti si scoprono sempre sfumature e passaggi di notevole inventiva che erano sfuggiti in precedenza. Altre composizioni che meritano citazione sono "Evolution" (la più breve del cd con i suoi tre minuti, eppure molto emozionante), il trittico "Highway to the Moon"/Synapse"/"Back to Earth", che forma la suite "Lunatik", e la conclusiva "Absolute decadence". Tra le migliori proposte del 2004 di questo genere, insieme a Visual Cliff e At War With Self.

 

Peppe Di Spirito

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