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LUCIO LAZZARUOLO |
My favourite |
Mellow Records |
2006 |
ITA |
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Ognuno ha un suo ben preciso motivo per cui ama o suona una chitarra.
Qualcuno magari ha cominciato a strimpellare spinto dalla famiglia che si era stufata di avere quella cosa attaccata al muro da anni, qualcuno forse vedendo i fratelli o i cugini più grandi, qualcuno vedendo un artista in tv o ascoltando delle note alla radio o sui dischi. Qualcuno magari ha cominciato a suonare per avvicinare una ragazza che gli piaceva o qualcuno forse perché quello che puoi dire con uno strumento che ti puoi portare in giro, molto difficilmente riesci a renderlo a parole o in maniera immediata come un pianoforte. Ognuno ha il suo motivo per il quale ha cominciato a far uscire suoni strani da una scatola con un buco in mezzo e magari a studiarlo nelle sue pieghe più profonde. Quello che rende tutti uguali, maestri o principianti, professionisti e dilettanti, in ogni caso, stanno nel fatto che tutti non possono fare a meno di suonare e di amare quel pezzo di legno con le corde attaccate in cima.
Lucio Lazzaruolo con questo disco ci racconta di sé, del suo rapporto con la chitarra, in un modo che potrebbe fare solo lui perché sono le sue dita che suonano, anche se ripropone (quasi sempre) pezzi scritti da altri. Potremmo parlare di perizia tecnica (che c’è), del motivo per il quale ha scelto di suonare determinati artisti. Credetemi non è l’aspetto più importante perché ascoltare i 22 brani di questo cd equivale a sfogliare un album di fotografie.
E come in un album di fotografie mettiamo le foto più belle e i momenti da ricordare, non dobbiamo stupirci se in questo lavoro troviamo accostata alla “marcia dal flauto magico di Mozart” una “Horizons” dei Genesis, ad una tarantella di Johann Kaspear Mertz una “Scarborough fair”, a studi per chitarra di Fernando Sor dei brani originali di Lazzaruolo (in due casi coadiuvato da Raffaele Villanova al flauto). Si può arrivare anche ad una fusione tra un brano di Hackett e uno del grande Mauro Giuliani come accade in” Tales of Riverbank” senza risultare dissacranti o ridicoli. Tutto questo può accadere quando un artista decide di farsi conoscere per quello che è. In questi 23 brani c’è tutto il bagaglio culturale e musicale di Lucio Lazzaruolo. Ci sono racchiuse tutte la basi che si dovrebbero conoscere e i sogni che una chitarra ti fa provare. Arrivo ad affermare che la differenza tra chi suona cover e chi interpreta canzoni si può spiegar benissimo con questo cd, dove troviamo tutti i colori che contraddistinguono un’interpretazione di un brano da una riproduzione fredda dello stesso. La cover band non ci mette del suo (se non nel rendere tecnicamente il più possibile simile all’originale quello che ha deciso di copiare), scatta una fotografia del momento che gli interessa e la mostra agli altri. L’interprete rende un brano personale anche con uno spartito che non cambia, fa un dipinto del momento che vuole rappresentare e le pennellate sono le pause, i tocchi, gli echi.
Lucio Lazzaruolo è un pittore, non fotografo della musica che suona.
"My favorite" non è un disco per appassionati del settore, è un disco per chi ama le emozioni messe su note musicali.
Emozioni che Lucio che ci ha trasmesso e che continua a trasmettere attraverso i dischi del Notturno concertante.
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Antonio Piacentini
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