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MARTIGAN |
Man of the moment |
Floh Dur |
2002 |
Ger |
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I Martigan, col loro terzo album, riescono a sfornare un lavoro che li fa acclamare da molti fans come una delle migliori rivelazioni dell'anno 2002. Frutto di alcuni cambi di formazione e forse di un budget decente, la band offre una prova convincente che non ha lasciato indifferenti gli amanti del new Prog pomposo, dalle sonorità stile Saga, Pallas o IQ. A mio modesto giudizio, le 10 composizioni si presentano tuttavia piuttosto vuote, pur con buone eccezioni, ovvero appena più che buoni pezzi di pop rock melodico arricchiti da atmosfere un po' più elaborate, con cambi di tempo tanto rari e prevedibili quanto inutili nell'economia del pezzo nonché un cantato che alla lunga risulta piuttosto stancante. A dir la verità si tratta forse di una valutazione troppo severa: i Martigan sono sicuramente meglio della maggior parte dei gruppi provenienti dal nord Europa che offrono un Prog similare e talvolta riescono positivamente a catturare l'attenzione in modo positivo. Senz'altro interessante il lungo brano di chiusura "The mask & the raven II", ricco di buoni spunti e congegnato, come si può intuire, come seconda parte di una suite presente nell'album precedente. Anche altri brani di lunga durata non sono da disprezzare, come l'iniziale "The pride" o "7th floor", impreziosita questa da un discreto sassofono. Tutto sommato dunque si tratta di un'ottima prestazione, in cui l'appunto principale che si può fare riguarda l'eventuale idiosincrasia per questo genere di Prog.
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Alberto Nucci
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