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MAGUS The traveller In Ear Visions 1997 USA

Esordio per gli americani Magus, in certi sensi definibili la risposta americana ai Porcupine Tree. I pezzi contenuti in quest'album sembrano poter essere divisi in due tronconi: quelli più commerciali, sullo stile delle ultime cose dei Pink Floyd, e quelli più spaziali e psichedelici. Questi ultimi non mi paiono granché interessanti, soprattutto perché annoverano i brani più lunghi e risultano davvero noiosi nella loro lunga immobilità e ripetitività, vedi "Until the sun burns out" e "108 steps to Babaji"; un po' meglio l'inizio dei 20 minuti di "Rif", la quale poi si perde come le precedenti in lunghi sproloqui immobili e privi di molte attrattive. Anche i brani più orecchiabili non è che si possano definire delle grandi cose: molto americaneggianti nel loro sounf un po' FM. C'è da dire che qualcuno di essi ("Nostradamus" e "Into the unknown") presenta comunque delle belle atmosfere, ma in sostanza l'album nella sua intierezza non mi ha molto impressionato, né per un verso né per l'altro.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

MAGUS Highway 375 1999 
THE WINTER TREE Earth below 2015 

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