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Siamo giunti al quinto CD realizzato dall'ormai quasi ventennale band francese. I Minimum Vital sono divenuti una piccola istituzione per il progressive transalpino ed i loro album sono sempre accolti con gioia. Iniziamo subito a dire che, dopo il calo accusato dal non brillantissimo "Esprit d'Amor", che risale ormai al 1997, il gruppo dei fratelli Payssan si riporta su livelli qualitativi decisamente buoni. Lo spirito delle canzoni è giocoso e conviviale, nel pieno stile Minimum Vital, e sprizza vitalità e ottimismo da tutti i pori. Vengono ampiamente sfruttati, forse più che in passato, motivi riconducibili alla tradizione contadina europea del Medio Evo, come suggeriscono efficacemente titoli quali "Saltarello". Il substrato folk è riletto attraverso una personalissima commistione di progressive sinfonico e fusion in uno stile che è divenuto nel tempo un inconfondibile marchio di fabbrica. Uno degli aspetti più affascinanti della musica della band riguarda sicuramente le divertenti filastrocche fatte di intricati giochi di parole. L'intreccio dei fonemi è sempre orecchiabile e d'effetto e vengono utilizzati, per la costruzione dei versi, ora sagaci doppi sensi e giochi di parole ("Fa si la sol, fa silence et si la sol, la sol fa"), ora una sorta di grammelot che va quasi a costituire un linguaggio inventato ("A la bé séy, davé top' top' top' top' do yo fay sahiado"), come se la successione delle parole fosse di per sé stessa musica. Diciamo che idealmente quest'album si potrebbe collocare a metà strada tra "Sarabandes" ed il più fruibile "Esprit d'Amor", riuscendo a mantenersi in bilico tra un approccio decisamente accattivante ed un contenuto musicale comunque colto e ricco di sostanza. Aggiungiamo anche che questo lavoro non presenta pezzi fiacchi o riempitivi, partendo con uno sprint mozzafiato che vi porterà dal primo al cinquantesimo minuto in un batter di ciglia. In definitiva giudico l'album, nella sua frivola goliardia, decisamente godibile, gradevole e ben costruito.
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