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MALOMBRA |
Malombra |
Black Widow |
1993 |
ITA |
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Il dark-progressive, non lo nascondo, è sempre stata una delle mie (insane) passioni. E' dunque con grande trepidazione che aspettavo l'esordio su vinile dei Malombra, band genovese totalmente dedicata ad una ricerca sonora che ha come punti di riferimento i Black Sabbath da una parte ed i King Crimson più criptici ed inquietanti dall'altra. Tratto distintivo del combo ligure è infatti lo stile del giovane chitarrista Matteo Ricci, degno discepolo del grande Robert Fripp, ma capace anche di efficaci incursioni in territori più squisitamente sabbathiani. Sorprendente il lavoro tastieristico dell'ottimo Fabio Casanova, le cui sonorità ora cosmiche ora liturgiche costituiscono una vera delizia per il palato del sottoscritto, mentre le parti vocali, affidate all'enigmatico Mercy (autore sia delle musiche che delle ricercate liriche) pagano un doveroso tributo agli screamers della New Wave of British Heavy Metal, in particolare all'indimenticato Zeb Parker, cantante dei Witchfinder General, autori questi ultimi di entusiasmanti pagine sabbathiane agli albori degli anni ottanta.
Durante l'ascolto del disco si affacciano alla mia mente i fantasmi di quelle formazioni, oscure e semi-leggendarie, che alla fine dei seventies seppero coniugare in senso occulto il verbo dei King Crimson di "Red" e "Larks tongues…", bands del calibro di Arachnoid, Arcane, Cotò En Pel, Atila e, parzialmente, Skryvania, veri e propri giganti per gli appassionati e i collezionisti più incalliti. La lezione dei Sabbath è però sempre ben presente nel sound dei Malombra, così come dimostra l'opener "The witch is dead", dieci minuti di doom-progressive impreziositi dall'intervento del flauto, mentre le successive "In the year's shortest day" (con un'intro tastieristica degna dei migliori Goblin) e "Still life with pendulum" riecheggiano in taluni momenti i primi 12th Night di "Live at the Target". La conclusione è affidata alla cupa vertigine di "Butcher's love pains" (citati gli Arcadium di "Woman of a thousand years") ed alla elegiaca "After the passing", dove il trapasso, la morte, sono visti come catarsi, purificazione interiore conseguente al trapasso dell'anima dal corpo.
Gli appassionati del genere investano tranquillamente i loro risparmi in questa prima fatica dei Malombra: la loro fiducia sarà ampiamente ripagata.
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Massimo Costa
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