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Il gruppo Mona Lisa può essere tranquillamente considerato un’icona del progressive francese. Negli anni ’70, con vari album all’attivo, tra i quali ricordiamo “Grimaces” e “Le petit violon de Mr. Gregoire”, la band ha incantato gli appassionati con un sound a cavallo tra la teatralità degli Ange e il romanticismo dei Genesis. Nel 1998, il cantante Dominique Le Guennec ha voluto far rinascere i Mona Lisa e ha riportato in auge questa gloriosa sigla reclutando i musicisti dei connazionali Versailles, importante punto di riferimento della scena transalpina degli anni ’90 e degni eredi dei maestri di venti anni prima (non li conoscete? Procuratevi al più presto “Le tresor de Valliesres”). Con la nuova incarnazione è stato realizzato l’album “L’ombre et la lumière” e si è intrapreso un tour che ha avuto come tappa fondamentale l’approdo al Progfest statunitense del 2000. Questo concerto, già immortalato su cd nel 2001, viene ora proposto dalla Musea su un interessante DVD. Nello show in questione notiamo come le qualità della band traspaiano anche dal vivo, ma è soprattutto la parte visuale che ora interessa, visto che un documento audio del concerto è già disponibile (ed è recensito su queste stesse pagine). Partiamo subito col dire che Le Guennec è il mattatore principale: teatrale e gigionesco, sia nel modo di cantare che per gli scenografici costumi che indossa. Nel corso della performance, indossando buffe calzature da clown, si alternano i personaggi che ha creato: si presenta così travestito da Monsieur Gregoire, una sorta di Pierrot che porta con sé il suo piccolo violino, poi da Lena, che coinvolge il pubblico correndo tra gli spettatori, poi recita e mima una sorta di piece horrorifica in “Voyage avec le morts” (uno dei momenti migliori dei Mona Lisa recenti, gran brano, drammatico e coinvolgente, aperto, tra l’altro da un affascinante duetto flautistico che si ripete anche in un secondo momento). E inevitabile corre il paragone con il Peter Gabriel dei tempi che furono e dei travestimenti genesisisani (altra cosa in comune: entrambi suonano il flauto); anche troppo evidenti le somiglianze, soprattutto quando nella classica “Au pays des grimaces” Le Guennec si esibisce con una maschera che tanto ricorda il celebre “old man” di “The musical box”. Anche gli altri musicisti sanno attirare l’attenzione; innanzitutto presentandosi on stage con un abbigliamento a dir poco pittoresco (ah, che occhiali ridicoli!) e con abiti sgargianti e coloratissimi. Ma anche tenendo il palco nel migliore dei modi, con professionalità e ironia, riuscendo a trascinare gli ascoltatori nei momenti musicali maggiormente ricchi di pathos e adottando, di tanto in tanto, maschere e travestimenti per aiutare in scena il vocalist. Un’ora e dieci di ottima musica, uno spettacolo bello da vedere, dal gusto un po’ retro, una band affiatata e capace: acquisto da tenere in considerazione.
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