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LORENZO MONNI Death of future men autoprod. 2007 ITA

L'immagine inquietante di un'apocalisse appena avvenuta è davvero l'ideale per rappresentare l'esordio di questo ventunenne tastierista cagliaritano, Lorenzo Monni, appassionato cultore della commistione fra musica classica e musica moderna ed elettronica. Il titolo del disco, "Death of Future Men" esprime bene le sensazioni di un ragazzo di fronte alle tremende insicurezze che caratterizzano il mondo contemporaneo e gli otto brani composti rispecchiano di conseguenza una notevole inquietudine, una tensione musiale che evita però di lasciarsi andare verso la disperazione dark o nel melodramma... Autore ed esecutore di tutte le musiche presenti in questo disco, Monni sembra avere proprio la stoffa del vero compositore, in equilibrio fra tre diverse scelte stilistiche: la tradizione orchestrale-sinfonica, la musica elettronica ed una non troppo velata attitudine rock che si evidenzia specialmente nella sezione ritmica. Per essere un'opera d'esordio ed autoprodotta, non priva di comprensibili difetti strutturali ed ingenuità, "Death of Future Men" si fa ascoltare piuttosto ben volentieri, inoltre il coraggio e la volontà di pubblicare musica così ambiziosa e relativamente "difficile" rende sicuramente onore a Monni. Il momento più classico del cd è l'iniziale overture Dust, incalzante sinfonia di otto minuti strutturata attraverso un chiaroscuro musicale che rappresenta la cifra stilistica dell'intero disco. All'opposto, l'aspetto prettamente rock della personalità di Monni si percepisce in "Visions", pezzo psichedelico in cui entra in gioco anche la chitarra elettrica: le tastiere in questo brano mettono da parte ogni caratteristica neoclassica per abbandonarsi in loops futuristi ed atmosfere vagamente vintage anni settanta; molto intrigante l'improvvisazione cosmica a chiusura del brano... In effetti sembra proprio di percepire in diversi momenti l'influenza della scena teutonica anni settanta: sarà solo una mia impressione ma gli arpeggi di chitarra in "Last Touch" mi fanno venire in mente certe cose degli Amon Duul II...
Probabilmente il capolavoro di questo disco rimane la suite sinfonica in due parti "Viale Notturno", ovvero il momento più oscuro e complesso di "Death of Future Men" (specialmente nella seconda parte della suite) ma anche forse il suo momento più raffinato e stimolante dal punto di vista melodico. In alcuni momenti invece non è troppo convincente la sezione ritmica digitale, l'introduzione di vere e proprie percussioni non darebbe dare certo fastidio... Fortunatamente le sonorità di "Death of Future Men" sono sempre piuttosto elaborate e riescono a dare all'opera anche un minimo di godibilità nei suoi momenti meno riusciti, specialmente dove si avverte un pochino di indecisione in fase di arrangiamento. In definitiva Lorenzo Monni è dunque un'artista da incoraggiare e seguire vivamente, con attenzione... E' da notare inoltre che "Death of Future Men" è pubblicato con licenza Creative Commons, quindi l'intero disco è disponibile gratuitamente dal sito www.lorenzomonni.com

 

Giovanni Carta

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