Home
 
MALAAVIA Vibrazioni liquide Multiforce - Contamination 2008 ITA

Dopo il sorprendente e splendido “Danze d’incenso”, del 2004, un autentico tsunami ha investito la formazione dei Malaavia, tanto che di quella line-up è rimasto il solo leader Pas Scarpato. Il musicista (nonché professore e critico) napoletano non s’è tuttavia perso d’animo e, coerentemente con la sua apertura verso l’esterno, ha riunito intorno a sé un nutrito stuolo di collaboratori coi quali ha via via messo a punto il nuovo progetto. Inutile negare che erano due, in particolare, i ruoli difficili da sostituire: alludo alla cantante Solimena Casoria e a Oderigi Lusi. Al posto della prima troviamo ora la valida Helèna Biagioni (Torre dell’Alchimista), mentre per quanto riguarda il rimpiazzo del secondo è stato a mio avviso operato un mutamento di rotta abbastanza evidente, e questo lavoro risulta meno tastieristico, e un cospicuo peso ricade adesso sul sax del valente jazzista Joe La Viola.
Dal punto di vista strettamente stilistico, il peculiare prog etnico dei Malaavia s’è arricchito di intriganti tempi dispari, prova ne sia lo strumentale “Deus dementat?” che dà inizio alle danze. Oltre ai consueti Osanna (o, meglio, Nova) e Napoli Centrale, si affacciano alla mente gli Area, indiscussi maestri nel coniugare eccentricità e folk mediorientale. Ma “Vibrazioni liquide” è un autentico concept, e la coltezza dei testi si fa subito notare in “Lakmidi”, dove troviamo una parte recitata dal noto collega Donato Zoppo. Le gagliarde e variate introspezioni di tale traccia precedono le dolci armonizzazioni di uno dei vertici del disco, quel “Listen to the voices” in cui si stagliano le partiture vocali ottimamente interpretate dalla Biagioni e da Scarpato. Dolce e tenue è la prima metà di “Vagando”, intrisa di una struggente malinconia: qui il timbro dell’ospite Chiara Boldreghini rivela qualche affinità con Annie Haslam dei Renaissance, mentre è di nuovo la Biagioni a ben padroneggiare la melodia de “La rosa”, eccellente connubio di orecchiabilità e virtuosistica raffinatezza. Pur nella sua brevità, mi ha avvinto il monteverdiano interludio “Salmo di lode universale”, saggio di quella tendenza mistico-religiosa da sempre presente nei Malaavia. E plauso d’obbligo per la suite conclusiva, “Stati superiori”: congegnati con sagacia tutti e tredici i minuti attraverso suoni puri e nobili che profumano non poco di Canterbury; probante l’oboe di La Viola.
Posto che quest’opera mi ha totalmente soddisfatto, va altresì riconosciuto che, rispetto a “Danze d’incenso”, l’assetto compositivo appare maggiormente ragionato, meno ‘di pancia’ e più ‘di cervello’: il che, per me, non ha affatto una valenza negativa.

 

Francesco Fabbri

Collegamenti ad altre recensioni

LUCIANO ''VARNADI'' CERIELLO Muoviti i fili 2005 
MALAAVIA Danze d'incenso 2002 
MALAAVIA Danze d'incenso 2004 
MALAAVIA Vibrazioni liquide 2008 
ODERIGI LUSI Notes from a logbook 2007 
SUD ARKE’ Direzione Sud vol. 1 2022 

Italian
English