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PANDORA |
Ten years like in a magic dream |
AMS/BTF |
2016 |
ITA |
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Dieci anni che passano per chi fa progressive rock in Italia sono un bel traguardo e festeggiare è sempre bello e divertente, soprattutto se lo si fa con la musica. "Ten years like in a magic dream" è per i Pandora il disco del decennale e vuole rappresentare una sorta di riepilogo di ciò che è stato, oltre a lanciare, probabilmente, uno sguardo verso il futuro. L'album è una raccolta di vecchi brani rimaneggiati secondo il consueto stile dei Pandora, risultante dall'incontro tra il progressive italiano ed il progressive-metal, e di alcune cover di brani storici. Le tracce rielaborate provengono dai primi due album del gruppo, il recente "Alibi filosofico" è escluso. Nel dettaglio, ci sono due brani da "Dramma di un poeta ubriaco" e due da "Sempre e ovunque oltre il sogno". L'ascolto delle nuove versioni è giustificato dal cantato in inglese e soprattutto dai nuovi arrangiamenti, i quali sono tendenzialmente più vari e articolati. Ciò è evidente in "Always and everywhere", complesso strumentale dove le parti di tastiera sono molto più stratificate che nell'originale suite di ventitre minuti (qui condensata in poco meno di nove). L'anima prog-metal emerge in maniera più evidente in "The way you are", dove è la chitarra elettrica a dominare. "Turin 03.02.1974" mantiene le sue citazioni genesiane mentre "Drunken's poet drama" mette da parte l'intro di pianoforte e acquisisce durezza, con la chitarra di Claudio Colombo ancora una volta protagonista. Nel complesso i brani sono rielaborati in modo da meritare l'ascolto alternativo, pur non essendo stati snaturati. Il feeling è più elettrico e gli arrangiamenti sacrificano la spontaneità delle versioni originali a vantaggio della ricchezza sonora. Non lo considero necessariamente un difetto, dato che nella maggior parte dei casi si finisce nel campo delle preferenze personali. Tra le restanti tracce, i dieci minuti abbondanti di "Passaggio di stagioni" sono un omaggio al Banco del Mutuo Soccorso ed a Francesco di Giacomo, la cui voce registrata introduce la prima delle cover, "Canto di primavera", molto ben interpretata grazie anche alla voce di Emoni Viruet, che si adatta al brano in maniera egregia, e impreziosita dagli ospiti Vittorio Nocenzi e David Jackson. Le cover restanti non sono solamente un riempitivo, essendo ben suonate ed arrangiate, e rappresentano una piacevole mezz'ora di musica, da "Second home by the sea", che gioca alla citazione inserendo al suo interno altre note ben conosciute dai fan dei Genesis, passando per "Man of thousand faces" dei Marillion, con ancora la voce di Emoni Viruet in evidenza, a "Ritual" degli Yes, per finire con "Lucky man", omaggio a Greg Lake realizzato in maniera azzeccata e personale. "Ten years like in a magic dream" è un disco celebrativo, categoria di prodotto musicale che spesso racchiude semplici compilation o album dal vivo. I Pandora scelgono una strada personale, dove la riproposizione dei propri brani si accompagna alle cover. Il materiale è indubbiamente buono e vario e il disco ha una sua omogeneità radicata nello stile della band piemontese. Non si tratta di un album indispensabile ma è imperdibile per i fan e rappresenta una discreta occasione per chi ancora non conosce i Pandora.
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Nicola Sulas
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