Esordio su DVD per i Randone, che portano sul palco la loro rock opera “Hybla”, apprezzato album del 2005. Il concerto a cui possiamo assistere è stato registrato a Ragusa il 14 luglio del 2005 e vede protagonista la band al completo (Nicola Randone alla voce e alla chitarra classica, Marco Crispi alla sei corde elettrica, Livio Rabito al basso, Graziano Raniolo al sax e Riccardo Cascone alla batteria), coadiuvata da alcuni ospiti (Bianca La Rosa alle parti vocali, Simone Ferrara e Antonio Tiralongo al violino, Giuseppe Scaravilli dei Malibran al flauto). Questa formazione si esibisce in uno spettacolo in cui prova a riproporre quel prog farcito di sinfonismo, di cantautorato, di tradizione italiana che in studio si è andato evolvendo nel corso degli anni recenti. Anche se si può dire che la qualità musicale di “Hybla” resta invariata, bisogna ammettere che dal vivo viene un po’ meno quel fascino emanato dal disco in studio. I suoni arrivano un po’ più grezzi e slegati, perdono di smalto, forse anche a causa del mixer, ed anche se il lavoro di base fatto dai musicisti appare buono (in particolare merita elogio il supporto della chitarra elettrica di Marco Crispi), non convince appieno l’amalgama tra di loro. Certo che le note positive non mancano, a partire proprio dal leader Nicola Randone che tiene il palco molto bene, appare un frontman carismatico e la sua voce è sempre vivace. In buona sostanza, il concerto è piacevole, ma non proprio memorabile. Molto interessanti i numerosi contenuti extra, che propongono innanzitutto un’anteprima audio (su cui scorre una galleria di immagini) del brano “Il brutto”, in uscita sul progetto Colossus “The spaghetti epic 2”. Poi vari video: uno registrato in sala prove in preparazione del concerto, uno agli studi della Electromantic durante la registrazione del cd, uno in cui la cantante Bianca La Rosa esegue dal vivo una sua composizione intitolata “Wash away”, interviste a Nicola Randone e allo scrittore Mimì Arezzo, una bella esibizione del gruppo in versione acustica, fino a concludere con dei “dietro le quinte” per gli spensierati musicisti.