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ROUGE CIEL Veuillez procéder MFMV 2005 CAN

Se non fosse per qualche piccola ingenuità e per un lieve sentore di manierismo sparso attraverso i suoi oltre cinquanta minuti di durata, potremmo affermare di trovarci di fronte ad un'opera quasi perfetta...perfetta nel modo di riprendere e catalogare con spirito più o meno enciclopedico (ed ironico) le diverse tendenze jazz-avant rock svolte negli ultimi anni... Disco decisamente ambizioso e splendidamente suonato, "Veuillez Procéder" è il secondo disco di questo ensemble canadese che procede spedito e senza un attimo di cedimento, come già sembrano voler farci intendere dal titolo, attraverso 12 brani strumentali estremamente eclettici ed eterogenei, valorizzati inoltre anche da un ottimo artwork di copertina. Rouge Ciel è dunque composto da quattro musicisti: Nemo Venba alla batteria e tromba, il chitarrista Antonin Provost, il tastierista Simon Lapointe ed infine Guido Del Fabro al violino, mandolino e turntables; l'attitudine di questi quattro musicisti sembra rifarsi in buona parte allo spirito avanguardista dei Miriodor, salvo comunque agire su un raggio d'azione decisamente largo. L'apertura di "Veuillez Procéder" è affidata alla fanfara macabra e dolente di "Bois Dur", un inizio che ripercorre le funeree sonorità di Univers Zero ed Art Zoyd, sonorità che vengono presto agilmente smentite dalla beffarda ed aggressiva "Nostradamus l'Avait Prédit", spericolato crossover funk-jazz cameristico con tanto di furiosi stacchi ritmici punk-metal. Dopo l'ascolto di "Nostradamus l'Avait Prédit" ci rendiamo conto come i Rouge Ciel si divertono e vogliono farci divertire (e stupire) in un autentico vortice: i quattro brevi intermezzi di "Bond Précisionnel" sfociano nell'improvvisazione free rumorista e cacofonica, "Flacons de Son" è una delle composizioni più sofisticate del disco, probabilmente in termini accademici la più vicina alla musica classica contemporanea; con i grooves seventies di "Teuteuta" i Rouge Ciel si concedono un'altra escursione verso territori più rock e d'intrattenimento mentre con "Pour Hortense" si cimentano in una deliziosa e romantica ballata jazz dal gusto squisitamente latino, rievocante le opere di Astor Piazzolla e Gato Barbieri. Giusto per sottolineare ulteriormente il risultato dello spericolato trip creativo messo in opera dai Rouge Ciel, mi sembra giusto citare un altro pezzo: (trattengo il fiato) "Névréalité Postparapsychophysiologique", oltre dieci minuti di delizie elettro-acustiche sospese fra improvvisazione e rigorosa composizione, il tutto condito con riferimenti più o meno espliciti ai King Crimson di Starless e Larks' Tounges.... Speriamo che i Rouge Ciel possano presto ripetere l'eccellente performance di Veuillez Proceder, per adesso non possiamo far altro che ascoltare la loro musica e godere della loro sensibilità artistica.

 

Giovanni Carta

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