Home
 
RING VAN MÖBIUS Commissioned Works II - Six drops of poison Apollon Records 2023 NOR

I Ring Van Mobius si sono distinti nei loro primi due album cimentandosi in buone prove dallo spirito passatista e chiaramente eredi del sound portato alla ribalta negli anni '70 dai gruppi più classici del progressive rock. Al terzo parto discografico, la band norvegese non fa venire meno il suo spirito vintage, ma se la sostanza rimane praticamente inalterata, cambia qualcosa nella forma, visto che i brani sono stavolta più concisi. Non più, quindi un album strutturato come molti capolavori dei seventies, con una suite su una facciata e pochi brani ad ampio respiro sull’altra; in “Commissioned Works Pt II - Six drops of poison” siamo al cospetto di quasi tre quarti d’ora di musica, suddivisi in ben dodici “capitoli”, alcuni dei quali davvero brevissimi. Se l'influenza dei Van der Graaf Generator si era già avvertita nettamente nei dischi precedenti, in questa occasione si fa addirittura preponderante, visto che la band riesce a ricreare certe atmosfere intense e caratteristiche degli album di Hammill e soci. Ci eravamo abituati a brani di lunghissima durata che si concedevano passaggi strumentali ricercati, invece adesso si cerca di trasmettere una tensione palpabile, con un’aura drammatica che, insieme al modo di cantare e al drumming intenso e serrato, contribuisce a indirizzare verso il sound di quel Generatore ancora oggi caro a molti. Sono sempre le tastiere analogiche a fare la parte del leone e anche se ogni tanto compaiono rimandi classicheggianti e qualche fuga da brividi, è minore quella verve emersoniana che ogni tanto emergeva nei precedenti dischi. Questo diverso orientamento è con ogni probabilità da legare alla base differente con cui nasce l’album. Infatti, i Ring Van Mobius sono stati contattati nel 2021 dal coreografo Harald Beharie per curare la musica di un suo spettacolo portato poi in scena l'anno seguente. Così, questo “lavoro commissionato” è diventato la base dell’opera di cui vi stiamo parlando. Non si tratta della colonna sonora vera e propria, perché la stessa band specifica che ha indirizzato le idee di base per lo show di Beharie verso un percorso più definito. Partendo da un demo la musica è fluita naturalmente verso tre gruppi di lavoro che presentano similitudini tra loro, ma che pure risultano alla fine differenti: il demo vero e proprio, il risultato del lavoro commissionato e le composizioni completamente sviluppate che formano il vero e proprio album. Anche per questi motivi in "Commissioned works" è molto forte la componente teatrale, che spinge la musica in alcuni frangenti ad essere ipnotica, riflessiva e disturbante. Già l’apertura affidata a “Elements” fa intuire qualcosa e con il suo andamento lento e misterioso e la voce filtrata e in lontananza è un’introduzione perfetta. Le tracce si susseguono (a volte legate l’un l’altra senza soluzione di continuità) e anche in pochi minuti brillano come perle di un rock sinfonico che, anche se sa di già sentito, è estremamente accattivante. Tra le più ammirevoli segnaliamo “The fire (pt I)” e le sue tastiere classicheggianti, la meravigliosa “When man becomes wolf”, dove i VDGG più romantici incontrano i Procol Harum, la strumentale “Hex” che raccoglie i frutti dell’impeto di “Pawn hearts”, la conturbante “An ending” col mellotron in bella evidenza, “The echoes”, con tastiere che si muovono tra il sacro e il dissacrante, l’epico finale di “The conclusion”. Sono solo esempi di un album che va ascoltato nella sua interezza e con attenzione. Già, perché paradossalmente, nonostante i brani più brevi, “Commissioned works pt II” ha una minore immediatezza rispetto ai suoi predecessori. Cosa che al primo impatto potrebbe forse spiazzare chi aveva già seguito e apprezzato i Ring Van Mobius in passato. Questo è uno di quei dischi che cresce piano piano e più viene assimilato più si percepisce il minuzioso songwriting che c'è alla base, più vengono a galla particolari e finezze strumentali di notevole efficacia, più colpisce quella tipica tensione vandergraafiana.



Bookmark and Share

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

RING VAN MÖBIUS Past the evening sun 2018 
RING VAN MÖBIUS The 3rd Majesty 2020 

Italian
English