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SIRJOE PROJECT Letze baum autoprod./Black Widow Records 2018 ITA

Dietro la sigla SirJoe Project si cela Sergio Casamassima, storico chitarrista dei napoletani Presence. In questo suo progetto è accompagnato dal solo cantante Alessandro Granato e si accolla la responsabilità di suonare tutti gli strumenti, oltre che la chitarra. L’aggressività del suo modo di suonare la sei corde è riportata pienamente anche in questo album, che presenta tredici brani irruenti e articolati, per un totale di oltre settanta minuti di musica. La presenza di un vocalist dall’estensione quasi tenorile, che rende molto teatrale la maggior parte delle parti cantate, è senza dubbio la differenza principale che più è in evidenza rispetto alla proposta dei Presence, contraddistinta dall’ugola squillante e caratteristica di Sophya Baccini. Casamassima si impegna in un lavoro che è comunque pienamente apprezzabile; su uno sfondo ritmico magari non estremamente fantasioso nonostante i tempi composti, ma solido ed efficace, fa viaggiare il suo strumento tra riff e solos con sovraincisioni che creano un effetto molto interessante. Forse quello che convince di meno in questo cd è proprio la voce, non tanto per la qualità, ma un po’ per la pronuncia inglese che lascia qualche perplessità ed un po’ perché nel mixaggio a volte sembra portata fin troppo in primo piano. Restano comunque tante buone intuizioni di Casamassima durante l’ascolto e gli spunti degni di nota sono molteplici, a partire anche dalle tematiche, più che mai attuali, a sfondo ambientalista che sono alla base di “Letze baum” (titolo che in tedesco vuol dire “L’ultimo albero” e che prende spunto da una frase attribuita dagli indiani d’America e indicata all’interno della confezione del cd). Chi ama il prog più pesante apprezzerà sicuramente pezzi come “Coltan grave”, “Binary codes” e “The king of all”, dalla spinta metal molto evidente, o la maestosità e i tecnicismi di “Deadly waltz”. Non mancano toni un po’ più leggeri in “The power at the sea” e spunti di world music che si inseriscono qua e là, mentre il bellissimo strumentale “Anyway” risulta la traccia migliore grazie a nove minuti in cui, su sonorità percussive stravaganti, possiamo ascoltare una chitarra “piangente” che emoziona in un saliscendi di intensità. Ma è davvero tanta la carne al fuoco e questi sono solo alcuni esempi abbastanza rappresentativi dei contenuti del disco. Casamassima si destreggia in un lavoro che spazia tra il metal, le opere di Vai e Satriani, il prog ed una forma di elettronica non invadente, confermando enorme bravura col suo strumento, ma mostrando anche discrete doti compositive. Mettendo un po’ più a fuoco il tutto e limando qualche difetto potrà portare molto in alto le sue potenzialità; in ogni caso “Letze baum” è un disco valido che potrà piacere molto a chi è attratto dal versante heavy del prog.



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Peppe Di Spirito

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