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Non c'è rischio di errore nell'inquadrare "Tales from a book of yestermorrow" in quel new (pseudo) prog sound tanto caro al nord Europa fatto di partiture strumentali non trascendentali per innovazione ne tanto meno per arditezza sulle quali si poggia un cantato senza particolari pretese che scorre liscio con struttura ben inquadrata esente da sussulti. I Tower propongono infatti una musica dove batteria e tastiere supportano una voce femminile che la fa da padrone in un insieme che non si abbandona a particolari slanci; per completare il quadro di riferimento è sufficiente sottolineare come il lavoro sia contrassegnato dal tocco di Beppe Crovella che fra composizioni proprie (come in questo caso), produzioni, supporto tecnico e collaborazioni varie sta caratterizzando il catalogo della milanese Vinyl Magic. Ricordato come la proposta non corra il rischio di riuscire incompresa (strizzando, come fa, l'occhio a quel pop-prog che sta riscotendo tanto successo) e pronosticato di conseguenza il consenso di molti acquirenti, è doveroso sottolineare che le "iniezioni di qualità" apportate dalle divagazioni delle tastiere potranno forse esimere il lavoro dall'ingloriosa sorte a cui sono destinati tutti questi lavori usa e riponi nello scaffale che fra un paio d'anni nessuno ricorderà. Forse i Tower saranno esenti da questa sorte ma gli sprazzi di eccellenza stentano troppo a farsi spazio in un insieme che si aggira nei pressi della ordinaria amministrazione per meritare migliori riconoscimenti. Un lavoro che, in conclusione, non da adito ad alcun tipo di critica, ne per l'operato dei singoli ne per il risultato complessivo... allo stesso modo non si presta però a particolari elogi.
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