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TOXIC SMILE |
I’m your saviour |
Progressive Promotion Records |
2010 |
GER |
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Al primo veloce ascolto di questo cd mi sono chiesto se fosse possibile fare headbanging ascoltando progressive rock. Si, perché al minuto 1.30 di “Liquid Wall”, primo brano di “I’m your saviour” mi sono ritrovato automaticamente a muovere la testa al ritmo delle zappate di chitarra che avevano spazzato via in un lampo l’intro di piano elettrico. La mia testa non si è fermata nei due brani successivi, i quali, tra cambi di tempo, break, riff all’unisono e assoli, mi avevano (quasi) definitivamente convinto di aver inquadrato il tipo di musica proposta dai Toxic Smile: prog-metal, magari con un’attitudine un po’ più di classe della media ma pure sempre prog-metal. Non che ciò debba essere per forza un difetto, d’altronde l’alto numero di estimatori che questo genere conta non la pensa certo così. Il fatto è che a partire dal quarto brano, “Hidden Brand”, le sonorità si ammorbidiscono per incorporare elementi pop, con le chitarre a lasciare più spazio ai suoni delle tastiere, quasi sempre molto tradizionali e basate sul piano elettrico e acustico, sull’organo Hammond e su occasionali archi. Ritornelli orecchiabili e arrangiamenti più leggeri spianano la strada ad una voce bella ma impersonale, un impasto di timbri straconosciuti e scontati. Le componenti heavy non scompaiono del tutto, ovviamente. Già in “Endless Cycle” la chitarra torna a farsi sentire, e così pure nei brani restanti, tutti abbastanza bilanciati nel rappresentare quello che sembra una sorta di new-prog-aor-metal, non troppo fantasioso ma ben costruito, adatto per un ascolto non impegnativo.
Un disco tutto sommato discreto “I’m your saviour”, equilibrato e sufficientemente vario, diviso tra pezzi più duri, ballate rilassate e una ricerca costante della melodia. Non sconvolgerà di certo i gusti degli ascoltatori più smaliziati e probabilmente a lungo andare andrà a finire nel settore di secondo piano degli scaffali porta-cd. Piacerà invece a coloro che nel prog non ricercano a tutti i costi novità o suoni sconosciuti. Per quanto riguarda, infine, gli amanti a tutti i costi delle chitarre-grattugia, sappiate che in fin dei conti non c’è bisogno che scaldiate troppo i muscoli del collo se decidete di acquistarlo.
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Nicola Sulas
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