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TU Trey Gunn and Pat Mastelotto 2004 (7D Media 2011) USA

Nel 2003 i King Crimson, dopo una serie interminabile di “Projekt” vari, hanno da poco pubblicato il loro ultimo e splendido album "Power To Believe" con la formazione Fripp, Belew, Gunn e Mastelotto. Un anno dopo questi ultimi due, che rappresentano la sezione ritmica di questa formazione, Gunn e Mastelotto, incidono il loro album, chiamato semplicemente “Trey Gunn & Pat Mastelotto”, costituiti in autonoma formazione con il nome di "TU". Non c'è quindi da meravigliarsi che i TU siano discendenti diretti di "Power To Believe" e dei vari "Projekt" che l'hanno preceduto. Il marchio King Crimson è ben visibile. I due musicisti però non si limitano a "riscaldare una minestra" e, con grande diligenza e personalità, reinterpretano gli insegnamenti della casa madre.
Ad ogni modo, sebbene Gunn e Mastelotto rappresentino sicuramente il 50% meno famoso ed anche meno talentuoso della mitica band britannica (ovviamente li stiamo ponendo a paragone con l'insuperabile Robert Fripp), in questo album si dimostrano musicisti di grande spessore e creatività. E questo vale soprattutto per Gunn.
Trey Gunn, allievo prediletto di Fripp, prima e dopo i TU, è stato autore di molti album da solista di notevole livello e impelagato in mille progetti. Dà qui sfoggio delle sue immense abilità tecniche utilizzando la chitarra di sua invenzione chiamata Warr guitar, una chitarra a 10 corde con un estensione pari a quella di un pianoforte. Pat Mastelotto è stato membro dei Mr Mister, collaboratore di Steve Wilson, Steve Hackett, Peter Kingsberry, Isildurs Bane ed altri notabili della musica. Inoltre, prima di diventare il primo batterista dei KC, è passato sotto la chioccia di sua maestà Bill Bruford.
Il disco, come già detto, ha come punto di partenza “Power to Believe”. Poi però viaggia con le proprie gambe, estremizzandolo e rendendo il sound ancora più duro, industriale e rumoroso. Un disco che trasuda un'energia selvaggia, trascinante e prorompente con i due musicisti che spesso ci vanno giù davvero pesante senza troppa pietà per le nostre orecchie. In particolare pezzi come "Untamed Chicken" e "Misery Die Die" sono una vera overdose di adrenalina con i loro riff travolgenti, le poderose chitarre distorte di Gunn che barriscono, gemono che lacerano le orecchie di chi ascolta, mentre Mastelotto martella pesantemente la sua metallica batteria. Altrettanto interessanti anche le incursioni etniche di "Absinthe & a Cracker" in cui cibernetiche melodie arabeggianti ci guidano in futuristiche fumerie d’oppio.
I pezzi più sperimentali e rumoristici non sempre sono ispirati e alle volte appaiono un po' inconsistenti. É quello che accade in "Hotel Fandango", "Pony", "Snap, Crackle, Moo" e "Orlando". Ne fanno eccezione lo schizofrenico cocktail industrial di "Make My Grave in the Shape ", ma soprattutto il delirio lisergico di "The Noose" che ricorda i Mr.Bungle di "Disco Volante". Quest'ultimo è, a parer nostro, il pezzo più riuscito dell'album.
Saltuariamente e nella loro infinità magnanimità, danno tregua alle nostre orecchie con momenti più melodici e atmosfere un po' ambient un po' space rock, in cui Trey Gunn si dimostra musicista completo facendo buon uso di un numero ampio di tastiere e di synth. Brani come “XTCU2”, “Terry's Breath” e “Dakota” ne sono un esempio.
Pur con qualche momento morto questo è un album di livello notevole, con picchi superiori a molti dei “Projekt” crimsoniani. É il disco di due artisti coraggiosi che non vogliono vivere di rendita e che non hanno timore di osare, consapevoli di correre il forte rischio sbagliare. É la prova che la rinascita artistica dei King Crimson è dovuta anche questi due incredibili musicisti, che con la loro vitalità e creatività hanno nutrito di nuova linfa il mito della storica band inglese.
Nel 2011 la 7D Media ha fortunatamente ristampato l’album che era ormai diventato di difficile reperibilità. Rispetto alla versione originale, nella ristampa sono presenti dei video abbastanza amatoriali sul “making of” del disco e un estratto da un concerto della canzone "Terry's Breath". A prescindere da queste trascurabili aggiunte, "Gunn & Mastelotto" resta sicuramente un boccone goloso per tutti coloro che hanno amato i King Crimson del decennio 1994/04.
Epilogo: i TU, dopo la realizzazione di questo album torneranno sulle scene con la loro versione folk con il nome di KTU, in cui al duo si aggiunge il fisarmonicista finlandese Kimmo Pohjonen.



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Francesco Inglima

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