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TROC Troc 2011 Just Looking Productions 2011 FRA

E’ senza dubbio un evento il ritorno dei Troc nel 2011. Questa band, infatti, può tranquillamente essere definita “di culto” per gli amanti della musica zeuhl. I Troc realizzarono un solo album nel 1972 e vedevano tra le loro fila quel bassista fenomenale che risponde al nome di Jannick Top. Fu grazie a quell’esperienza che Top entrò in contatto con Christian Vander per definire al meglio la proposta dei Magma, che anche grazie a lui toccò vertici clamorosi con gli album “Mekanik Destruktiw Kommandoh” e “Kohntarkosz”. Ma torniamo ai Troc. A quasi quarant’anni da quella mitica esperienza André Ceccarelli (batteria), Alex Ligertwood (voce), il già citato Top e Claude Engel (chitarre, altro ex Magma) tutti già presenti nel gruppo originale, riuniscono le forze e acquistano il pianista Eric Legnini a completare una line-up esperta e di talento, che si impegna sia in concerto, sia in studio per delle nuove registrazioni. Nasce così questo “Troc 2011” che vede il gruppo ancora una volta orientato verso un jazz-rock elegante e diretto. L’affiatamento tra i musicisti è totale e la band presenta dieci brani costruiti in maniera molto raffinata, nei quali spiccano i dialoghi tastiere-chitarra, i ritmi universali, afro-americani con tocchi di Sud America e la grande prova di Ligertwood, voce calda e coinvolgente. I testi delle canzoni sono in inglese e quasi tutti presentano dei refrain orecchiabili e scorrevoli, che ben si inseriscono in un contesto musicale confezionato con grande mestiere, pronto a inglobare l’influenza dei Weather Report meno sperimentali e del Davis elettrico, miscelandola a dosi non eccessive di funky. Anche se ne hanno tutte le capacità, infatti, i musicisti non vogliono strabiliare con esecuzioni ultratecniche ed articolatissime, la loro performance punta piuttosto su un jazz-rock scorrevole e di atmosfera, molto coeso, con belle melodie, un groove immediato e nel quale non mancano spazi solistici per piano elettrico, chitarra o per i fiati suonati dagli ospiti David El Malek e Stéphane Chausse. I Troc prendono in pratica spunto dal loro primo album rafforzandone la matrice jazz e l’orecchiabilità. Il sound è pulito e le dinamiche fanno venire al meglio a galla i vari timbri utilizzati. Insomma riferimenti al passato sì, ma senza troppa nostalgia, senza esagerare col vintage e puntando su feeling e buon gusto. In genere si alternano composizioni molto vivaci ad altre più pacate e d’atmosfera, anche se si mantiene una forte omogeneità di fondo. L’eccezione è rappresentata dall’unica traccia a firma Top, intitolata “Give me the spirit” e in cui, manco a dirlo, il basso pompa più forte del solito e i ritmi si fanno più potenti per la felicità di chi ama seguire quelle strade in cui jazz-rock e zeuhl convergono verso la stessa direzione. Questo ritorno tanto inaspettato quanto piacevole ha fruttato davvero un lavoro di gran classe.


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Peppe Di Spirito

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