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TRANSATLANTIC Bridge across forever Radiant 2001 USA/UK/SVE

Non credevo che, a così poca distanza, questo supergruppo dei nostri giorni offrisse già il suo secondo lavoro in studio alle avide orecchie proggofile. La fertilità produttiva di Morse e Stolt è invece proverbiale, e gli altri due compagni di avventura si sono uniti diligentemente. "Bridge across forever" ripercorre a grandi linee quanto già sancito nel primo album, ovvero una versione espansa, dilatata e ruffiana (per orecchie sinfo-proggofile) della musica degli Spock's Beard. Difficile parlare di operazione meramente commerciale per un album costituito da due suite di oltre 25 minuti, un'altra di 13 e un quarto brano di soli 5; Il mercato puramente Prog inoltre non è che consenta bacini di utenza enormi, quindi ci si chiede perché i Transatlantic vengano negativamente bollati da molti puristi. La risposta può essere sia maliziosa: invidia... si guarda con sospetto a un tentativo di offrire a un pubblico un po' più ampio del normale un prodotto spiccatamente Prog, senza troppe contaminazioni metal o FM... e questo può scalfire la proverbiale spocchia del Prog-fan medio, elitario per vocazione. Al tempo stesso c'è anche una risposta che guarda l'altro lato della medaglia: un'operazione del genere dà luogo solamente all'ennesima produzione dalle sonorità un po' ruffiane, senza idee degne di nota che vadano al di là di una continua solleticazione delle papille gustative dell'ascoltatore in cerca di facili gratificazioni auditive. Se volete il mio parere... bah... preferisco giudicare il prodotto finito, senza analizzare troppo il perché e il percome della sua esistenza; una parte del mio giudizio l'ho espresso poco sopra, ma d'altra parte è indubbio che il disco è piacevole, si ascolta bene, scorre via senza intoppi ma difficilmente riesce a guadagnarsi molto di più di un interesse distratto. Le suie sono prettamente manieristiche, del tipo che potrebbero confezionare gli Spock's Beard stessi se abbandonassero l'eccessiva ingerenza FM/AOR degli ultimi lavori, ma senza i loro colpi di genio. La risultanza finale parla di un album che si può acquistare a scatola chiusa se si è in cerca di qualcosa che, pur non essendo impegnativo nell'ascolto, non conceda troppe concessioni commerciali; senza troppe pretese... né aspettative.

 

Alberto Nucci

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