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YNEY Micro macro Electroshock Records 2010 RUS

Dopo la godibile extravaganza electro di “Antarctina”, Igor Shaposhnikov ha decisamente preso il pieno controllo dell'entità Yney, unico superstite di un trio formato inizialmente insieme a Jury Orlov e Andrew Kireev. Con il solo aiuto di un ottimo Victor Shapovalov al basso, Igor Shaposhnikov ha ormai rimodellato a sua immagine il progetto Yney: così, lasciata indietro “Antarctina” con la sua estroversa ed eccentrica elettronica, Yney è ora più vicino alla musica sperimentale ed ambient più “tradizionale”, non senza rinunciare ad una buona dose di stranezze e momenti di lucida (?) follia. Le foto di copertina rappresentano in maniera semplice il rapporto fra mondo microscopico e macroscopico del titolo, dagli sconfinati spazi siderali alle osservazioni in scala microscopica degli organismi viventi: pretenziosa ed insieme illuminante, la musica di Yney si sviluppa attraverso sonorità che passano dalle trovate più elementari, primitive e tribali, oserei dire sciamaniche, come ad esempio in “Deep Sleeping Transportation”, fino alle più dilatate e sofisticate atmosfere ambient. I primi minuti del cd danno una buona idea di musica “microscopica”, senza però entrare nei territori della minimal techno più impalpabile: pezzi come “Morn and Even”, assomigliano ad una specie di pigro crossover Kraftwerk-Can con qualche pretesa umoristica (...involontaria?), volutamente retrò ed assai lunatici, anche se lasciano qualche piccolo dubbio sul loro effettivo valore musicale, anche se lo stesso tema verrà ripreso meglio nella successiva “Assymetry”. C'è una strana attitudine noir e decadente in “Micro Macro”, grazie specialmente alle sfumature vagamente jazzate che si intonano in maniera piuttosto intrigante con il sound dei synths, come accade nella scurissima coda del turbolento viaggio notturno di “Deep Sleeping Transportation”; in “Erotic Summerspective” Shaposhnikov si cimenta in atmosfere lussuriose piuttosto curiose e discrete, mentre “No Fear in Stratosphere” prende direttamente il volo e si aggancia ai due successivi lunghi brani, quasi come a formare un'unica grande composizione: “Assymetry” e “Generating of the Universe”; in particolare la seconda ci riserva brividi lungo la schiena per la potenza dei suoni, una raffinatezza ambient degna del miglior Steve Roach ed un crescendo melodico intriso di grande spiritualità. Disco controverso ed enigmantico, “Micro Macro” merita sicuramente un ascolto, c'è solo da chiedersi come Igor Shaposhnikov potrà sviluppare in futuro la propria musica!


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Giovanni Carta

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