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CALLIOPE Città di frontiera Vinyl Magic 1993 ITA

Quest'album si meriterebbe il mio 10 e lode giusto per un particolare che potrete intuire solo acquistando il CD. Invece cercherò di essere il più obiettivo possibile col secondo prodotto del gruppo che inaugurò la linea New Prog '90 di Vinyl Magic. Già il primo album "La terra dei grandi occhi" portò una ventata d'aria fresca nel mio stereo, non tanto per le sonorità che ne scaturirono, quanto per la gioia di fare Prog che si sprigionava da quei solchi laser. Questo secondo lavoro, da questo punto di vista, compie un ulteriore passo avanti. Mettiamo sul piatto della bilancia il maggiore equilibrio all'interno della band, l'esperienza negli arrangiamenti acquisita, il raggiungimento di una certa originalità che allontana il gruppo da solchi predefiniti...
Come ho avuto modo di dire in precedenza, adesso le sonorità dei CALLIOPE hanno preso un indirizzo più hard: le tastiere di Rinaldo Doro rappresentano sempre il punto focale su cui ruota la musica del gruppo, ma adesso sono molto meno invadenti che in passato, lasciando spazio ad una chitarra quanto mai aggressiva e sostenuta in tal senso da una robusta base ritmica; il risultato talvolta può lasciare insoddisfatti, visto che si denota un certo alleggerimento della musica dei CALLIOPE. Resta pur sempre gran parte delle peculiarità che abbiamo apprezzato in passato ovviamente, prima fra tutti la tendenza a rifarsi al vecchio Prog italiano per quanto riguarda l'impostazione vocale ed i testi di Massimo Berruti; in qualche caso ("La prova") ascoltiamo però delle forzature che possono lasciare perplessi. Ad ogni modo, la già citata "La prova" rappresenta il valido biglietto da visita per chi si inoltra nell'ascolto di questo CD, con la sua ritmica indiavolata e la sua esuberanza. Molto bella, anche se dal testo un po' banale (scusa Massimo) la successiva "Sarajevo". Carina la blueseggiante "Margherita a Rodi", l'idealistica "Terra di nessuno" ed il breve intermezzo acustico "Senza pretese". Ottima invece "Windsor" col suo stile DIK DIK, ma con sonorità e ritmiche più moderne, nonché la mini-suite finale "L'attesa/Il ritorno". Talvolta sembra che il gruppo tenda addirittura verso uno strano connubio tra il pop italiano dei 70s ed il primo new-Prog, tentativo dei CALLIOPE di darsi un suono più moderno rispetto ai suoi inizi; è però una situazione casuale, non dovuta a precise scelte. In sostanza un CD per chi accetta Prog concepito come divertimento, pur senza ricorrere a strutture musicali troppo banali.

 

Alberto Nucci

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