Home
 
DEUS EX MACHINA Deus ex machina Kaliphonia 1993 ITA

L'attento lettore di Arlequins ricorderà certamente i toni entusiastici coi quali avevo accolto "Gladium caeli", primo parto di questo eccezionale gruppo bolognese. Gli eventi hanno poi confermato che avevo visto giusto, e il pubblico ha saputo accettare l'inusuale sound del disco, proiettandolo (nonostante una distribuzione non certo capillare) al secondo posto del nostro referendum, dietro solo una release iperpompata dalla critica come "Ancient afternoons" degli EZRA WINSTON.
Il merito maggiore dei DEUS EX MACHINA era, e rimane in quest'omonimo secondo lavoro, quello di assurgere ad una dimensione realmente iconoclastica e scardinante rispetto alla consueta definizione di "progressive": tutto ciò senza rinnegare (anzi utilizzando largamente) concetti e soluzioni già inventati altrove, ma qui preziosamente rielaborati. Va però detto che il percorso logico-musicale intrapreso con "Gladium caeli" era solo agli inizi; così chi si aspettasse, ora, una mera replica di quel pur favoloso disco, rimarrebbe certamente deluso. I DEUS sono già "oltre", ed era forse inevitabile: le capacità tecniche dei sei superano di gran lunga quelle di qualsiasi altra similare band, così l'avventurarsi in ardite soluzioni sonore era inevitabile ai fini di una "non-staticità" interiore e dunque programmatica. I musicisti stessi notavano che hanno mutato radicalmente il proprio approccio compositivo, presentando un solo "tema portante" per ogni pezzo, e lavorando poi con massima cura a livello di arrangiamento,laddove "Gladium caeli" era più frammentario nel senso buono, quindi maggiormente fondato sull'accostamento di parti diverse ed indipendenti.
Certo è che ora il tutto appare più dissonante e difficile, ed il nuovo CD richiede più ascolti per essere compreso fino in fondo. Pur non essendoci un vero istinto improvvisativo, molte delle armonie presentate richiamano assai dappresso certo jazz-rock o fusion. L'incredibile Alberto PIRAS accentua gli equilibrismi vocali alla Demetrio STRATOS, e pezzi come "Vacuum" o "Si tu bene valeas" potrebbero benissimo far parte di un ipotetico, attuale disco dei "veri" AREA, e comunque venir apprezzati dai fans di HATFIELD & THE NORTH o NATIONAL HEALTH. Ma non esageriamo: il vecchio feeling molto rock, molto hard è rimasto intatto, e la chitarra del grandissimo Mauro COLLINA innerva con rabbia e gusto tracce come "Ad montem" (micidiale!), "Cor mio" e "Hostis", dotati di maiuscole parti sia ritmiche che solistiche.
Da un punto di vista strettamente epidermico, la freschezza e l'immediatezza di "Gladium caeli" permangono, a mio avviso, insuperate; entrambi i lavori vanno però considerati, insieme, come tappe imprescindibili di un'avventura davvero unica. Se supportali a dovere, questi ragazzi possono diventare gli AREA degli anni '90; per ora limitiamoci a constatare che gli Dei sono tornati fra noi, ed inchiniamoci al loro cospetto.

 

Francesco Fabbri

Collegamenti ad altre recensioni

DEUS EX MACHINA Gladium caeli 1991 
DEUS EX MACHINA De Republica 1995 
DEUS EX MACHINA Equilibrismo da insofferenza 1998 
DEUS EX MACHINA Cinque 2002 
DEUS EX MACHINA Imparis (CD + DVD) 2008 
DEUS EX MACHINA Devoto 2016 

Italian
English