Appuntamento con il disco dal vivo per i transalpini Nemo, che si sono recentemente proposti con un sound d’impatto molto forte con il quale provano ad unire la tradizione del progressive del loro Paese (quella degli Ange, per intenderci) con un’aggressività non indifferente che li porta anche in territori non distanti dal prog-metal. Ascoltare questo live dimostra come la band sul palco non si lasci trasportare dalla frenesia ed eviti di puntare su un inasprimento dei suoni che potrebbe indirizzare verso pericolosi allontanamenti da territori di classe puramente progressive. Invece, i musicisti si mantengono flessibili, sanno quando premere sull’acceleratore, quando aumentare l’intensità, quando indurirsi, quando mostrare le loro doti tecniche, quando coinvolgere con suoni d’atmosfera. Ne deriva una musica caratterizzata da un dinamismo elevato, visto che si passa, anche all’interno della stessa composizione, da momenti irruenti ad altri molto pacati, attraverso i costanti cambi di tempo tipici del rock sinfonico e sempre pronti anche a esprimersi da un punto di vista vocale con quella teatralità che negli anni ’70 era portata avanti dai loro connazionali Ange, Mona Lisa e Atoll. Un gruppo davvero completo e compatto, che sa il fatto suo e di cui il prog francese può essere orgoglioso. Possiamo così dire che i Guillaume Fontaine (tastiere), Lionel B. Guichard (basso), JB Itier (batteria) e JP Louveton (chitarra e voce) superano appieno la prova dell’esibizione concertistica e riescono ad essere coinvolgenti al massimo nell’ora di durata del cd. Un esempio su tutti? La quarta traccia “La dernière vague” (che era la splendida opener dell’album “Prèsages”): sfido chiunque a non lasciarsi coinvolgere dal trasporto con cui suonano i musicisti, dall’energia che si rivela, dall’imprevedibilità del brano, dalle scelte timbriche di buon gusto… Ascoltate questi dodici minuti e sappiatemi dire!