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JONO EL GRANDE |
Phantom stimulance |
Rune Grammofon |
2010 |
NOR |
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Come vi sentireste a suonare sotto lo stimolo di un fantasma? Eh già, perché il fantasma qui c’è davvero, lo si sente aleggiare fra le note dello spartito, con quel caratteristico ululato che ci atterriva nei vecchi film in bianco e nero, grazie al fantomatico (è proprio il caso di dirlo) Mr. Ohm che suona uno strumento non proprio convenzionale (la sega). Ma a quanto pare Jono è entrato in perfetta sintonia con il suo particolarissimo ospite e non poteva essere altrimenti, visto che si tratta di un personaggio a dir poco eccentrico. La stimolazione fantasma avviene in due fasi, come potete notare dai due raggruppamenti di canzoni (11 in totale, tutte strumentali, a parte qualche vocalizzo) nei quali è suddiviso questo album, anche se non vi è una vera e propria differenza di trattamento. Entrambi sono efficaci e sono sicura che il vostro spirito ne trarrà un grande giovamento visto che questo album non ha niente di pauroso o tenebroso. La stimolazione fantasma è un sano rimedio per lo spirito, fatto di buona musica e ne uscirete senz’altro soddisfatti e di buon umore, anche se non posso garantire sugli esiti che riguardano la sanità mentale. Quest’opera è infatti ancora più briosa, goliardica ed allegra di quella precedente, anche se, dobbiamo precisarlo, non si tratta proprio di un nuovo album a tutti gli effetti. “Phantom Stimulance” è stato ideato per celebrare il quindicesimo anniversario come compositore e performer live ed il decimo anniversario della sua Luxury Band. Per questo motivo le tracce qui contenute comprendono nuove versioni di composizioni già pubblicate in precedenza e pezzi inediti che sono stati già presentati sul palco sia con questa stessa band che con quella vecchia, i Vidunderlige Vidda, come anche qualche nuovo brano. Nonostante la diversa provenienza delle canzoni bisogna sottolineare che l’album ha una sua unità con un chiaro filo conduttore fornito dal fantasma che idealmente si agita fra le note dello spartito. Il fatto di aver scelto fra un campionario vasto di pezzi ben rodati quelli più adatti per l’occasione, rende quest’opera molto concentrata e ricca di idee e anche molto compatta ed inattaccabile su ogni fronte. Abbiamo dinamismo, divertimento, brio, emozione e quel leggero alito di follia che ci fa entrare subito in empatia con la band, nonostante la complessità di certe soluzioni. In più c’è una persistente vena sinfonica veicolata da sonorità vintage che accresce la godibilità e fruibilità della musica che è sì folle, avanguardistica e jazz oriented ma sicuramente adatta ad un pubblico ampio e non necessariamente avvezzo a soluzioni più complicate. Ancora una volta l’influenza di Frank Zappa, soprattutto quello di “Hot Rats”, si fa sentire pesantemente ma non c’è ovviamente solo questo. Nella pentola di Jono ci sono finiti anche Gentle Giant, King Crimson, Samla Mammas Manna, Captain Beefheart, Gong e tantissimi altri, tutti incollati con una specie di gelatina fantasmagorica che tiene magicamente insieme tutti i pezzi. I temi musicali ricordano spesso musiche da circo e da Luna Park e sono esaltanti proprio per la paradossale unione fra tecnica di esecuzione e complessità da una parte e spirito goliardico e goffaggine dall’altra. E poi c’è un altro aspetto che secondo me è fondamentale, la scelta delle timbriche e dei suoni. Abbiamo infatti una mescolanza di registri strabiliante, con una preponderanza di suoni caldi e vintage con synth di vario genere, una calda sezione di fiati, un intrigante xilofono che vibra fin dentro le ossa ed ovviamente la sega-fantasma di Mr Ohm che fa tutto il resto. Trovo un solo difetto: la durata complessiva che non raggiunge i 40 minuti ci costringe ad ascolti ripetuti per saziare le nostre voglie.
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Jessica Attene
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