Home
 
FACTOR BURZACO II AltrOck 2011 ARG

Un tonfo sordo… l'urlo di Carolina Restuccia... un fruscio... silenzio... dei vocalizzi che riportano alla mente Sequenza III di Berio... bisbigli... finisce “Begginin”... sono tornati i Factor Burzaco!
Inizia “Progressions”, una melodia godibilmente avant pop, un po’ Shibuya-Kei un po’ Slap Happy, va via-via dissolvendosi in un finale sghembo e surrealistico. Una nota di lunga durata fa da tramite per la successiva “What”. Una litania avanguardistica, in cui voce e musica come due liquidi tendono a miscelarsi in un'unica soluzione.
"Ogni direzione è falsa"
La voce sovraincisa di Carolina ce lo ripete quasi all'infinito, in tutti i modi, in maniera quasi ossessiva... La quarta traccia “Inmemoriam” non lascia scampo ad altre interpretazioni. Impossibile trovare il bandolo del matassa. In questo brano il prog più classico si va decomponendo in una ballata dadaistica, in cui si fa e si disfa musica senza mai fargli assumere una forma precisa.
Siamo ancora a metà del viaggio, non è più possibile tornare indietro, tanto vale avventurarsi verso territori ancora più avanguardistici. Ecco allora che, con un istrionismo tutto latinoamericano, viene inscenata una commedia dell'assurdo con “Guantanabu 1”. Ormai musiche e parole evolvono in maniera alogica, serrate, seguendo una labile ed effimera traccia emozionale. La parte due non è altro che un ponte verso la parte tre dove si torna ad una pseudo normalità che ci conduce al finale in cui Carolina riprende il tema della prima parte.
Dopo le follie di “Guantanabu”, un pezzo come “Straviko” potrebbe quasi assumere parvenze di normalità. In realtà è uno dei pezzi più sofisticati dell'album. La voce di Carolina ci guida attraverso ambienti diversi, ora oscuri, ora celestiali, inframmezzati da passaggi strumentali ipnotici, in cui Abel Gilbert mostra tutta la sua dedizione verso la musica colta del novecento (Cage, Ligeti), fino ad esplodere ogni energia nella parte conclusiva del pezzo. “Before the end” è un altro breve passaggio che fa da preambolo per l’apoteosi finale: ”Mereditika”. È una ballata avanguardistica, stupenda, dove Carolina ci raschia l’anima con la sua voce , trascinandoci nei meandri più nascosti della nostra psiche. Ed ecco lo stesso tonfo sordo... inesorabile... chiude l'album... non posso che rimanere basito... “Factor Burzaco II” è un'esperienza sonora entusiasmante...
“Factor Burzaco II” è il disco che non ti aspetti. Un disco complesso, articolato, ostico, capace però di regalare emozioni uniche a tutti coloro che hanno la pazienza di approfondirne l'ascolto. Il tutto frutto della fervida mente di Albert Gilbert, deus ex machina della band, che come per l'esordio si defila dal ruolo di interprete per concentrarsi unicamente sulla composizione. Allestisce la band come una piccola orchestra. La plasma in funzione della sua proposta musicale. Svariati strumenti a fiato, due vibrafoni, sassofoni, una fisarmonica, oltre a strumenti convenzionali come chitarre, basso e batterie e, ovviamente, la voce. Tutti questi sono i colori che Gilbert utilizza per dipingere la sua opera.
Rispetto agli esordi i Factor Burzaco si sdoganano da ogni possibile forma di derivazione musicale. L'appellativo di Thinking Plague argentini, che era stato coniato per loro è ormai limitativo e ingeneroso. Abel raggiunge una maggiore consapevolezza artistica, imponendo una ferrea disciplina a tutti i componenti della band. La stessa Carolina Restuccia, vera fuoriclasse della voce, non viene lasciata più a briglia sciolta, ma il suo enorme potenziale vocale è canalizzato in maniera molto più funzionale alla proposta musicale e, in alcuni frangenti, la sua voce viene quasi ingabbiata, depersonalizzata in sovra incisioni ed effetti.
Sicuramente è non un disco immediato ma, seppur nel sua complessità, mantiene una certa componente melodica tale da renderlo appetibile anche agli amanti del sinfonico, a premessa che abbiano la voglia e la curiosità di spingersi un po’ più in là.
C'è a chi piace fare la solita passeggiatina nel parco sotto casa e ritrovare ogni volta gli stessi alberi e al più scoprire qualche piccolo dettaglio che gli era sempre sfuggito; c'è invece chi, sempre in cerca di nuovi stimoli, ha sempre voglia di avventurarsi in sentieri sconosciuti, spesso anche faticosi ma capaci di regalare paesaggi da brividi. I Factor Burzaco, con questo album, hanno abbandonato il parco! Adesso è tutta nostra la decisione di seguirli in una sfida forse non facile, ma alla fine gratificante, oppure rimanere qui con gli amici di sempre. Io sono già in partenza…


Bookmark and Share

 

Francesco Inglima

Collegamenti ad altre recensioni

FACTOR BURZACO Factor burzaco 2007 
FACTOR BURZACO III 2014 

Italian
English