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ARTEMIY ARTEMIEV Time, desert and sound Electroshock Records 2004 RUS

Nel corso del suo tragitto discografico Artemiy Artemiev ha attraversato diverse fasi artistiche, alcune delle quali rivolte verso l’esplorazione musicale più rigorosa e d’avanguardia, altre più orientate verso un discorso relativamente più melodico e “cosmico” della musica elettronica... “Time, Desert And Sound” è un’opera che entra a far parte della categoria dei lavori più radicali e sperimentali di Artemiev, anche se il gusto per la sperimentazione senza compromessi non pregiudica affatto il piacere dell’ascolto nelle particolari combinazioni di suoni ed atmosfere che caratterizzano quest’album. “Time, Desert And Sound” è in effetti l’ultimo cd solista di Artemiy Artemiev, pubblicato ovviamente dalla sua Electroshock Records a cinque anni di distanza da “Mysticism Of Sound” (nell’arco di tempo tra i due cd c’è un’ottima serie di collaborazioni esterne); Artemiev ha creato un’opera ancora una volta camaleontica, lontana dall’esatta definizione di ambient music ed altrettanto distante dalle forme più accademiche della musica elettroacustica. La musica di “Time, Desert And Sound” riflette non solo la desolazione tipica di un ambiente naturale estremo e difficile, ma anche il senso di misticismo che può scaturire da uno spazio apparentemente infinito ed incontaminato, slegato dalla nostra tradizionale percezione del tempo... Le sonorità di Artemiev diventano quindi dei veri e propri strumenti sciamanici, capaci di evocare energie spirituali interiori ed importanti riflessioni sul rapporto che relaziona la musica, il suono, con lo spazio che ci circonda. La parte centrale del cd è composta dalle tre composizioni che danno il titolo al disco, “Time”, “Desert” e “Sound”: “Time” è principalmente un brano di dark ambient apparentemente statico che si contamina ed evolve nel giro di pochi istanti attraverso sensazioni post industriali ed echi noise, un brano piuttosto inquietante ed enigmatico che lascia il passo alla visione più serena e rilassata di “Desert”, sorta di ballata avantgarde suonata con la collaborazione della chitarra acustica di Valery Siver, un brano atipico costellato di rumori e altre piccole distorsioni sonore disseminate per fare da sfondo inquieto alla melodia romantica di Siver... un senso di affascinante desolazione ci porta dunque verso la monolitica visione di “A Sound”, sedici ipnotici minuti costituiti dai vocalizzi mantrici di Miroslaw Rajkowsky, accompagnati da una scarna e ripetitiva linea percussiva su un’incessante ed alientante sequenza di synths; essenziale nel suo svolgimento rituale, “A Sound” è un brano che ci riporta nell’essenzialità della musica e nel suono, un’esperienza primitiva ed ancestrale nella sua struttura musicale e spiritualmente evoluta nella sostanza. Il disco si chiude con una intensa improvvisazione live registrata da un tour che Artemiev aveva intrapreso insieme a Valery Siver nell’estate del 2003, il pezzo in questione, “Mysticism Of Sound Part II” è una versione estesa fino a 36 minuti del brano presente nell’ominimo cd uscito nel 1999: Artemiev unisce elettronica ed elettroacustica in modo ancora del tutto peculiare: il tessuto musicale ha i tratti dell’elettronica digitale costruita sulla stratificazione di drones sonori, echi e loops percussivi, mentre la chitarra di Siever improvvisa suoni e melodie che profumano di lontano oriente... Un insieme di suoni e sensazioni difficili da inquadrare, “Mysticism Of Sound Part II” può ricordare una jam session free-psichedelica dall’umore scurissimo e dalle sonorità un pochino più moderne e minimali della media, con degli spunti vicini all’elettronica tedesca (Holger Czukay) e al classico Robert Rich... al di là della complessità enigmatica dell’esecuzione, l’impatto di questo brano live è comunque affascinante ed estremamente stimolante. Nel suo insieme “Time, Desert And A Sound” possiamo quindi considerarlo dal punto di vista produttivo e tecnologico come uno dei lavori più soddisfacenti e maturi di Artemiy Artemiev, un disco ostico nella forma ma indubbiamente dotato di una grande potenza espressiva ed artistica.


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Giovanni Carta

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