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ARTEMIY ARTEMIEV Forgotten themes Electroshock Records 2000 RUS

Disco piuttosto sorprendente questo “Forgotten Themes”: Artemiy Artemiev aveva intrapreso i suoi primi passi nella produzione musicale, assistito dal padre Edward, con la composizione di colonne sonore per cortometraggi, documentari e film di varia natura, in buona parte nel periodo precedente al suo esordio discografico “The Warning”; inaspettatamente i brani inediti inclusi in “Forgotten Themes” sono molto più interessanti e validi di quanto temevo, avendo ancora bene in mente il suo primo disco, discreto esercizio ambient ma poco incisivo nella sostanza... Anche per la natura stessa delle composizioni, destinate ad un utilizzo puramente descrittivo e d’accompagnamento per il cinema o la televisione, il linguaggio musicale di Artemiev è in questi frangenti semplice ed accessibile, probabilmente “Forgotten Themes” è il titolo meno ostico della sua discografia... Buona parte dei pezzi incisi a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 sono vicini all’elettronica melodica dalle sfumature “new age” tipiche dell’epoca: oggi probabilmente certi brani suonano datati e polverosi tanto sono legati al loro periodo storico, comunque non si può negare il fascino persistente di certe sonorità accostabili ai Tangerine Dream più radiofonici di “Exit” oppure alle produzioni storiche di etichette discografiche specializzate nel genere come la Private (sottoetichetta della Windham Hill), anche se non mancano riferimenti alla musica di Kitaro e in certi frangenti anche Vangelis. L’impressione che consegue all’ascolto di questi brani è quella di una musica viva, pulsante. Si fanno notare positivamente gli interventi alla chitarra elettrica di Aleksei Alashaev in un paio di brani, mentre è notevole l’inserimento del violinista Dmitriy Khutergin nella macabra “Realm Of Shadow”, composizione del 1992 vicina alle composizioni gotiche dell’amico Peter Frohmader. Nei ringraziamenti di copertina di “Forgotten Themes” A. Artemiev non fa segreto dei suoi maestri e non mi stupisco di vedere Brian Eno accanto a Jon Hassel, Dieter Moebius e Roedelius... l’elettronica melodica che caratterizza buona parte del cd lascia così anche spazio alla sperimentazione ed alle sonorità più sofisticate e complesse, come nella suggestiva “Calvary” e nelle evocazioni noir di “Night City” entrambi del 1989. “Space Distortion”, registrato nel 1997, è un eccellente vortice di sonorità cosmiche post-industriali. Il brano più recente è “An Autumn Breath” registrato nel 2000, un’affascinante composizione minimale di 18 minuti per piano elettrico e synth, nello stile crepuscolare e notturno di Harold Budd. Nel suo complesso “Forgotten Themes” supera di gran lunga le aspettative di semplice recupero di materiale inedito e può rappresentare un buona introduzione alla musica di Artemiy Artemiev per chi non vuole rimanere inizialmente travolto dalle sue più impegnative opere maggiori.


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Giovanni Carta

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