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SOPHYA BACCINI’S ARADIA Big red dragon Black Widow 2013 ITA

Aveva già suscitato ottime impressioni il debutto solista di Sophya Baccini, “Aradia”, datato 2009. A quattro anni di distanza, la cantante si ripresenta con una vera e propria band che prende il nome proprio da quel disco e che è formata, oltre che dal chitarrista Chicco Accetta, da un terzetto di ragazze che rispondono ai nomi di Francesca Colaps (alla batteria), Stella Manfredi (al violino e alla viola) e Marilena Striano (al piano, anche se su un solo brano). Il nuovo progetto è ambizioso: un lungo album, ricco di ospiti anche eccellenti e che trae ispirazione da William Blake. Se solitamente si fa riferimento a quest’ultimo per le sue poesie, Sophya, per l’occasione ha preferito puntare sui suoi quadri. Ogni brano del nuovo lavoro, infatti, prende spunto da un dipinto di Blake, puntualmente riprodotto nel ricco libretto di accompagnamento.
L’incipit “William” ci trasporta subito verso un mondo classicheggiante, con gli archi e la chitarra a duettare, il piano a rifinire e la voce di Sophya subito magnifica a seguire sentieri non dissimili dal disco d’esordio. Si susseguono una serie di pezzi magistrali, costruiti alla perfezione, in cui la cantante mostra, oltre alla voce sempre brillante, anche le sue incredibili doti compositive, con le quali fa emergere ancora di più la voglia di far avvicinare, a modo suo, personalissimo, il progressive e la musica classica/lirica. Così, viaggiamo per quasi un’ora ed un quarto tra le sfavillanti e romantiche melodie di “Angel of revelation”, i ritmi solenni di “Satan” e quelli più spediti di “The number”, “Just” e della title-track, l’aria da romanza di “Beatrice” ed altri brani finemente costruiti. Inutile analizzare dettagliatamente ogni singola traccia, tutte hanno una storia a sé che meriterebbe la migliore descrizione e che comporterebbe quindi un articolo lunghissimo. Ne basti citare qualcuna, specificando che spesso gli ospiti che vi partecipano caratterizzano fortemente la composizione. A partire dal carismatico Christian Decamps, per il quale la Baccini costruisce un brano che gli calza a pennello: teatrale e maestoso, “Au premier matin du jour” sembra uscito da uno dei miglior dischi degli Ange. O si può ricordare "While he’s sleeping", in cui l'immediato sposalizio tra la voce di una sempre meravigliosa Sonja Kristina ed il violino della Manfredi riporta a suggestioni antiche targate Curved Air. Lino Vairetti e il figlio Irwin, con le loro voci, tingono di colori e melodie mediterranee la musica di Sophya nei nove minuti de “La porta dell’inferno”, mentre Elisa Montaldo del Tempio delle Clessidre si può esibire in veri e propri colpi di classe con clavicembalo, celesta e mellotron in “Love of Hecate”. Ricordando anche la presenza, tra gli altri, di un personaggio di spicco della scena metal italiana come Steve Sylvester (che presta la sua voce nella già citata “The number”), che venature dark sono sempre presenti, che i fantastici otto minuti di “Cerberus” evidenziano una personalissima visione del prog di estrazione sinfonica e che in diverse occasioni sembra molto vicino quell’esperimento di unione di rock e musica lirica già provato con i Presence all’epoca di “Black opera”, sotto i riflettori resta ovviamente l’ugola di Sophya. Prove di maturità ne aveva già sostenute, superandole brillantemente, quindi non è affatto con sorpresa, ma “solo” con rinnovato piacere, che ci lasciamo ammaliare anche stavolta dalla sua voce squillante, capace di prodigarsi in acuti prolungati, ma anche di mostrarsi docile nei momenti più raffinati e potentissima quando il rock irrompe forte. E aggiungiamo anche che si esibisce in maniera convincente con testi in italiano, inglese e francese. L’epilogo del cd è affidato ad una splendida versione di "Jerusalem", sempre solenne, interpretata alla grande, anche se con risultati diversi (ma non meno affascinanti) dalla notissima versione di Emerson, Lake & Palmer. Nulla è fuori posto in questo disco coinvolgente, che lancia ancora di più la Baccini tra le più luminose stelle dell’attuale prog italiano.


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Peppe Di Spirito

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