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HEATHER FINDLAY BAND I am snow Black Sand Records 2016 UK

Una storia, quella di Heather Findlay e dei Mostly Autumn, che parte da lontano, da quando la cantante, appena diciannovenne, conobbe Bryan Josh e lo accompagnò fedelmente, passo passo, nel processo di crescita della band per tredici lunghi anni fino a che, nel 2010, non decise di lasciarla, all'apice del successo, per lanciarsi verso una carriera solista di basso profilo e piuttosto avida dal punto di vista creativo. Fino ad ora Heather aveva infatti realizzato soltanto una serie di EP ed un paio di live, uno dei quali proprio a nome di Heather Findlay Band, anche se con una line up del tutto diversa rispetto a questa, evitando la stesura di un vero e proprio album in studio. Era come se Heather, lontana dal suo nido, fosse alla disperata ricerca della sua identità artistica che speriamo abbia ritrovato finalmente con questo album che, al di là di tutto, rappresenta a tutti gli effetti quella tappa fondamentale del proprio percorso di crescita individuale che tardava così tanto ad arrivare.
Proprio quando il fascino dei Mostly Autumn sembra ormai spegnersi Heather decide, dopo un progetto dai riflessi pop ma comunque ben realizzato come quello con i Mantra Vega, di tornare alle origini, ricorrendo all'immenso appeal del folk di matrice celtica che prende vita grazie ad una voce deliziosa e a spariti delicati e sublimi nella loro semplicità. A fianco a sé chiama alcuni amici fra cui riconosciamo il bassista dei Mantra Vega Stuart Fletcher, il batterista dei DeeExpus Henry Rogers, alcune vecchie conoscenze dei Mostly Autumn come Angela Gordon (flauto, voce, piano, penny whistle) e Sarah Dean (arpa, flauto, voce, flauto e tastiere) ed infine un paio di chitarristi nelle persone di Martin Ledger e Isac McInnis.
Il riferimento alla neve è azzeccatissimo perché appena inizia la title track, posta proprio in apertura, è come se avvertissimo immediatamente sulla nostra pelle una brezza di aria gelida che porta con sé pungenti aghi di ghiaccio ed una profonda malinconia. La voce di Heather non la ricordavo così bella, struggente in questa dimensione folk gotica, rivestita di una coltre musicale leggera e sfuggente, tessuta coi filamenti lucenti e sottili dell'arpa e degli arpeggi eleganti della chitarra acustica. L'artista fa leva soprattutto sulla sua voce che mostra la sua forza in presenza di arrangiamenti molto spogli ma preziosi grazie alla loro forte connotazione folk, non svilendosi con sciagurati ammiccamenti pop, anche se una delicata patina poppish qua e là viene pur sempre spennellata, o trovate ultramoderne e proprio per questo la sua scelta appare sincera, autentica e toccante. L'impatto emotivo mi ricorda un po' le prove soliste di Tirill anche se la personalità di Heather appare ancora più fragile e delicata. Il mood è quello confidenziale tipico delle ballad e grazie a questa dimensione l'artista sembra imbastire un intimo dialogo con l'ascoltatore che non potrà che godere di questo idillio semplice ma accattivante. Questo consiglio vi giunge da una non estimatrice dei Mostly Autumn, fatene quindi tesoro se siete delle anime sensibili e amanti del folk.



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Jessica Attene

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