Home
 
ALEX CARPANI Microcosm Independent Artist Records 2022 ITA

Con “L’orizzonte degli aventi” avevamo ascoltato un cambio di rotta da parte di Alex Carpani, che si allontanava dai sentieri del prog bazzicati per tanti anni e si lanciava in una proposta di rock moderno e tecnologico. Quando è giunto il momento di dare un seguito a quel lavoro, un concept che offre riflessioni sulle potenzialità della mente umana, ecco che l’artista ha manifestato questa sua voglia di mantenersi al passo coi tempi, ma per seguirla ha preferito incamminarsi verso un processo di contaminazione che fa avvicinare più forme musicali. Mantenendo un formato “condensato” delle composizioni, il prog si riaffaccia prepotentemente, pur mescolandosi con altri indirizzi stilistici. D’altronde, se Carpani nel nuovo album ha invitato a partecipare gente del calibro di David Jackson, David Cross, Theo Travis e Jon Davison qualcosa vorrà pur dire… Ma andiamo ad analizzare i contenuti di “Microcosm”. Un inizio affidato ad una cover di uno dei brani più famosi in assoluto del progressive rock potrebbe essere molto indicativo sulla direzione stilistica che Carpani intende intraprendere per il nuovo disco. Così andiamo ad ascoltare la crimsoniana “Starless” e notiamo che viene proposta in una versione breve senza la lunghissima parte strumentale e che è piena di effetti elettronici. Quelle melodie che conosciamo a memoria sono sempre splendide e rassicuranti, ma questo arrangiamento molto moderno ci fa venire nuovi dubbi sui percorsi di Alex. Ecco così “Kiss and fly”, un pezzo ritmato e dove la chitarra elettrica sale in cattedra e guida verso sentieri articolati (e sarà abbastanza una costante dell’album), controbilanciata dagli interventi al sax di David Jackson. Tenendo conto che alla voce troviamo Jon Davison sembra un Porcupine Tree meets VDGG meets Yes… Coordinate simili per “God bless America” e “The mountain of salt”, con la sola differenza che è lo stesso Carpani ad accollarsi le parti cantate. Un cambiamento di rotta arriva con “We can’t go home tonight”, dove inizialmente i ritmi si fanno più compassati e l’atmosfera più delicata e misteriosa, ma c’è poi un crescendo di suoni e colori che porta a soluzioni più epiche. “Footprints of the heart” è un pop-prog con fini arrangiamenti ed una breve parte sinfonica molto affascinante. Arriva così il piatto forte del cd, con un trittico che difficilmente lascerà indifferenti gli amanti del progressive rock. Dapprima c’è la strumentale “Prime numbers” è un vero gioiello! 5 minuti e mezzo di puro prog, in cui le tastiere di Carpani dialogano in maniera magistrale con il sax di Jackson. Tra Genesis e Van der Graaf Generator, ma con piglio moderno, la successiva "What once was”, mentre “When the tears fall down” impasta tentazioni classicheggianti e suggestioni floydiane e si avvale del violino di David Cross. Si ritorna a soluzioni più simili a quelle dell’inizio del disco con “The outer world”, anche se non mancano nuovi ottimi interscambi tra sax e tastiere. E si giunge alla fine del disco con due brani che alternano ancora pop-rock e prog, “Redemption” e “Microcosm”. Carpani è un musicista di straordinaria professionalità e straordinaria bravura. Sta mostrando capace di essere convincente con diversi indirizzi stilistici. Ma allo stesso tempo, questo modo di fare un po’ wilsoniano, con grande cura della forma e con la voglia di spaziare nelle sonorità, senza mantenere una costante stilistica, rischia di rendere un po’ dispersiva la sua proposta. Il disco nel complesso è bello (e ad avercene di così curati e suonati…), ma resta qualche imperfezione proprio per la mancanza di compattezza e per qualche episodio non ben inquadrato.



Bookmark and Share

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

AEROSTATION Aerostation 2018 
ALEX CARPANI Waterline 2007 
ALEX CARPANI Sanctuary 2010 
ALEX CARPANI 4 destinies 2014 
ALEX CARPANI L’orizzonte degli eventi 2020 

Italian
English