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PATRICK BROGUIERE A secret world Gimmick Productions 2023 FRA

In concomitanza con la ristampa di tre dei suoi quattro album e a distanza di ben ventitré anni dalla sua ultima pubblicazione, esce il nuovo album di Patrick Broguière, intitolato “A secret world”. Patrick è un polistrumentista francese che è stato molto attivo negli anni ’90, con una intrigante proposta che unisce musica barocca, medievale e prog di estrazione sinfonico/romantica. Questo suo ritorno sulle scene si mostra in perfetta continuità con quanto fatto in passato, al punto che non si direbbe che sia passato così tanto tempo dal suo precedente lavoro. Se lo stile fondamentalmente non è cambiato, è comunque da notare come in “A secret world"”Broguière faccia affidamento su una strumentazione più moderna, imbracciando le sue chitarre e cacciando i suoni più disparati dalle sue tastiere. Se ci aveva abituato alla presenza di svariati timbri acustici, stavolta il ricorso a suoni più sintetici è evidente. Non si perde, però, la magia della musica, come dimostra subito la title-track posta in apertura del cd, che parte con un attacco bombastico, ma che presenta un sviluppo particolare, con una parte centrale molto più quieta, tra chitarra acustica e fiati campionati, la presenza di una parte cantata dai toni sacrali ed un finale con fughe quasi banksiane. Gli altri brani non fanno che confermare la capacità di Broguiére di creare melodie incantevoli e immergerle in atmosfere che hanno un alone di magia. Ci sono delicatezze brevi e classicheggianti, come la pianistica “Breath” e la ballata chitarristica da trovatore “Out of time”, ma anche brani dalla struttura più elaborata, come “King Arthur’s March”, con i suoi temi medievaleggianti proposti con un sound elettrico e con tratti à la Mike Oldfield, o “The magical path”, caratterizzata da sapori celtici, solarità, passaggi sinfonici e ricami che possono ricordare anche Vangelis. Merita menzione anche la conclusiva “Faust and Mephisto”. Il mito mefistofelico viene proposto con una musica un po’ più oscura e conturbante, che parte con una marcia carica di mistero, si evolve con un intermezzo di pianoforte classicheggiante ad accompagnare una voce femminile, per poi riprendere la marcia iniziale che si protrae fino alla fine con questa insolita ambientazione sonora carica di tensione. Ad ogni modo, l’ascolto risulta davvero scorrevole e godibile, anche se bisogna ammettere che qualche volta forse i ritmi elettronici sono un po’ invadenti. Non che siano ossessivi e ridondanti, tutt’altro! Ma il suono della batteria risulta in alcuni passaggi un po’ troppo freddo. Emblematica, in tal senso, la composizione “21st Century dancing man”, che abbina canto e melodie che hanno un che di antico e arcano a ritmi decisamente moderni. A conti fatti, ci sentiamo accogliere con piacere e di promuovere questo ritorno di Broguière, anche se non a pieni voti, a causa di questo eccessivo ricorso alla tecnologia, che non permette a “A secret world” di eguagliare la qualità dei suoi predecessori.



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Peppe Di Spirito

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