| |
| JAZZ Q |
Oxymoron |
Studio Budikov |
Studio Budikov |
CZE |
 |
Progetto curioso per i Jazz Q di Martin Kratochvil, nome storico della scena cecoslovacca, che per questo “Oxymoron” unisce le forze con una big band jazz di tredici elementi impegnati con trombe, tromboni e sassofoni “affidata” alle mani del rinomato arrangiatore e compositore Milan Svoboda. D’altronde, già il titolo del disco è programmatico e vuole mettere in evidenza l’accostamento apparentemente antitetico tra un gruppo che si è sempre impegnato sul versante del jazz-rock e della fusion con strumentazione elettrica ed un ampio parco fiati legato alle orchestrazioni più tradizionali del jazz. Selezionati dieci brani del repertorio dei Jazz Q (sia quello degli anni ’70, sia quello più recente), Svoboda ha curato gli arrangiamenti per raggiungere i risultati prefissati. Non esitiamo a dire che questo strano ibrido funziona e i non facili equilibri cercati sono stati trovati. La strumentazione elettrica e gli ottoni riescono ad amalgamarsi bene, a volte alternandosi alla guida, altre volte fondendosi bene e andando all’unisono. Certo, c’è da dire che nei momenti in cui sono i fiati a prendere il sopravvento si avverte un orientamento jazzistico più “classico” e “bandistico” e viene un po’ meno quel vigore rock che ha permesso ai Jazz Q di avere un posto d’onore nell’ambito del prog dell’Est Europa. Ma è innegabile che i brani presentati con questa nuova veste offrano un’estetica diversa e sorprendente. Il disco funziona, scorre bene, è molto bello e si avverte pienamente la professionalità con cui è stato curato. Alle orecchie degli appassionati di progressive rock, tuttavia, può apparire più un divertissement, una prova estemporanea per proporre qualcosa di diverso dal solito e, di conseguenza, risulta probabilmente più appetibile per gli amanti del jazz tout-court.
|
Peppe Di Spirito
Collegamenti
ad altre recensioni |
| MARTIN KRATOCHVIL & JAZZ Q |
Tennis |
2025 |
|