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DEAR Mon Turin Music Force 2022 ITA

Torniamo ad occuparci di Davide Riccio, le cui iniziali pronunciate in inglese vanno a formare il nome artistico DeaR. Questo suo nuovo cd è un concept dedicato alla città di Torino, dove il musicista è cresciuto e ha vissuto. I titoli dei brani sono preceduti da una sorta di descrizione stilistica. C’è subito una “Ouverture” mixata confusamente unendo temi classicheggianti, chitarre elettriche distorte e ritmi elettronici pop, cui fa seguito un “Notturno” malinconico che avanza tra pianoforte e voci, un “Jazz” stravagante, una “Pavana” delicata che crea un’atmosfera particolare e così via. Perciò, si va avanti con soluzioni per lo più strumentali alternando valzer, rondò, passacaglia, ma anche blues e cantautorato francese e italiano. L’asse portante del lavoro, quindi, è strettamente legato alla musica classica, portata però in un contesto più moderno e strambo. Si avverte un’ingenuità di base che se a volte rende simpatico e piacevole l’ascolto, alla lunga (il disco supera nel complesso i settantasei minuti) fa venire a galla un po’ di pesantezza e non poche imperfezioni legate, forse, alla spontaneità con cui Davide ha voluto affrontare questo progetto. Non siamo di fronte al tipico disco di prog sinfonico, in cui il rock si avvicina alla classica. Qui il lavoro è diverso, si parte da temi nati con il pianoforte e che via via il processo di composizione ha arricchito di strumenti, colori, voci, effetti, suoni ambientali. Le influenze vanno intraviste più in autori come Prokofiev, Ravel e Satie che non nella musica rock/prog/italiana o internazionale. Guizzi interessanti ce ne sono pure, ma si perdono nel disordine di un’opera dalla durata troppo elevata e che sembra un ibrido che mostra, oltre a dei lati gradevoli, una visione musicale nel complesso un po’ caotica e non messa bene a fuoco. Con una selezione più accurata dei brani, una produzione più pulita e una durata da LP sarebbe potuto venire fuori un gran bel disco. Alla fine dell’ascolto, quindi, restano un po’ di confusione e qualche rimpianto per le buone idee messe in un calderone con troppi ingredienti. Piccola curiosità a margine: segnaliamo la presenza di una traccia, “Letters from Turin”, la cui musica è accreditata al progetto Pensiero Nomade.



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Peppe Di Spirito

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